Vaticano, nuovo scontro tra l'Apsa e il super ministero dell'Economia del cardinale Pell

Vaticano, nuovo scontro tra l'Apsa e il super ministero dell'Economia del cardinale Pell
Città del Vaticano - Sono di nuovo volati gli stracci tra l’Apsa – l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, una sorta di banca-forziere...

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Città del Vaticano - Sono di nuovo volati gli stracci tra l’Apsa – l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, una sorta di banca-forziere vaticano – e il super ministero dell’Economia, creato da Papa Francesco tre anni fa e affidato al cardinale australiano Pell per mettere fine alle zone d’ombra in campo economico. Stavolta il nuovo dissidio riguarda l’autorizzazione per i controlli sulla revisione dei bilanci. Il cardinale Pell è stato costretto ad intervenire, chiarendo i termini, con una lettera inoltrata a tutti i dicasteri vaticani, al fine di ricordare i limiti di potere dell’Apsa, i suoi confini operativi.


La scorsa settimana Pell e il Revisore Generale, Libero Milone hanno firmato una missiva ricordando a tutti che l’Apsa «non ha alcuna autorità, nè prerogativa per richiedere agli Enti della Santa Sede e del Vaticano di sottoporsi ad attività  di revisione contabile nè di inviare informazioni afferenti al proprio Ente alla società  esterna PwC o ad altri soggetti». L’intervento si era reso necessario dopo che l’Apsa, pochi giorni prima, aveva invitato i dicasteri della Santa Sede, nonché le istituzioni ad essi collegate, a «richiedere le informazioni alle proprie banche (incluso l’Istituto per le Opere di Religione), ai consulenti legali e a quelli fiscali, di modo che i dati venissero trasmessi direttamente alla società  di revisione esterna PricewaterhouseCoopers». L’Apsa precisava anche che Pwc stava realizzando attività  di revisione contabile nella Santa Sede.


Apriti cielo. Il Super ministero dell'Economia è corso ai ripari anche perchè in realtà, Pwc starebbe lavorando, in questo periodo, solo alla revisione del bilancio Apsa del 2016. Ecco perché Pell e Milone «con profondo rammarico», e «nel rispetto dei compiti istituzionali, ed avendo l’obbligo di tutelare la Santa Sede ed il Santo Padre» sono dovuti intervenire per mettere le cose al loro posto. In pratica «non vi è in atto nessuna attività di revisione contabile nella Santa Sede da parte della società di revisione esterna PwC. Tale questione era di fatto stata chiarita mediante il comunicato stampa del 10 giugno 2016, col quale si affermava che il compito della revisione contabile è affidato all’Ufficio del Revisore Generale». Pell e Milone nella lettera hanno anche specificato che l’Apsa «non ha nessuna prerogativa sui controlli degli Enti della Santa Sede» e che la stessa Apsa è  sottoposta «al controllo e vigilanza del Consiglio per l’Economia e della Segreteria per l’Economia e soggetta alla revisione dell’Ufficio del Revisore Generale». «Alla luce dell’incorretto contenuto e della richiesta non legittima sollevata dall’Apsa»,  Pell e Milone invitano gli enti «a non dare seguito a quanto richiesto dall’Apsa». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero