Roma, a processo il gendarme che massacrò di botte la moglie: ma in Vaticano nessun provvedimento

Roma, a processo il gendarme che massacrò di botte la moglie: ma in Vaticano nessun provvedimento
Città del Vaticano - E' stato rinviato a giudizio dal tribunale di Roma il gendarme di Papa Francesco che aveva massacrato di botte la moglie minacciandola di morte,...

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Città del Vaticano - E' stato rinviato a giudizio dal tribunale di Roma il gendarme di Papa Francesco che aveva massacrato di botte la moglie minacciandola di morte, una giornalista che lavora alla tv dei vescovi. Un caso terribile che, grazie alla stampa, era arrivato direttamente al Papa anche se che molti, in Vaticano, cercavano di minimizzare per non creare problemi al corpo della Gendarmeria. Il gendarme è stato rinviato a giudizio per i reati di maltrattamenti in famigia e lesioni aggravate per futili motivi. Il processo si terrà davanti al giudice monocratico il 13 giugno. 


Al momento il gendarme non risulta espulso dal corpo della Gendarmeria ma solo trasferito in un ufficio dove presta servizio disarmato presso una amministrazione vaticana. Se il tribunale italiano dovesse condannarlo, come parrebbe evidente, visti i referti medici del pronto soccorso dove era stata ricoverata la giovane, con una prognosi di 40 giorni, il gendarme subirà un provvedimento disciplinare anche in Vaticano.  Il militare del Corpo della Gendarmeria, che ha 39 anni, ha più volte aggredito la ragazza colpendola con violenza e procurandole anche un trauma cranico e fratture al naso, costole e a un piede. Le violenze risalgono all'agosto del 2016 e sono andate avanti fino al febbraio del 2017.

In particolare il 18 settembre del 2016 il gendarme, al culmine dell'ennesima lite, avrebbe impugnato un martello minacciando di uccidere la ragazza. La giovane in stato di choc era stata curata al pronto soccorso. La vicenda era ben conosciuta ai piani alti del Vaticano anche se inizialmente non è stato preso nessun provvedimento nei confronti del gendarme. Anzi, da più parti si cercava di ridimensionare la gravità dell'accaduto e gettare acqua sul fuoco. C'era persino chi ripeteva che la moglie si era cercata quelle botte giustificando così gli scatti d'ira del gendarme solitamente armato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero