Città del Vaticano – Altro che maleducazione. L’abuso del cellulare è ormai arrivato al punto da non risparmiare nemmeno il confessionale. Il...
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Piacenza ha spiegato che il confessore è chiamato alla pazienza e «ad amare la libertà del penitente, a rispettarla, anche quando le scelte che egli compie non appaiono ragionevoli né proporzionate con i doni ricevuti ed il cammino compiuto». Purtroppo, ha aggiunto, «grande errore della cultura contemporanea» è quello di pretendere «non solo che le aberrazioni siano rispettate, ma che siano condivise e benedette e che nessuno si permetta di dire il contrario, di affermare l’esistenza, almeno, di un’alternativa reale e possibile».
Il Penitenziere maggiore ha poi citato san Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, «grande ed esemplare confessore», per ricordare che «Dio ci perdona, anche se sa che peccheremo ancora». E ciò non significa «giustificare il peccato».
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Il Messaggero