La banda di Chieti, con una marcia sinfonica, ha accolto all'arrivo, sul sagrato della chiesa del Sabato Santo a Vasto, la bara bianca di Italo D'Elisa. Nel saluto...
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Italo «soffriva molto per la morte di Roberta, ripeteva: 'non capite come mi sento dentrò». Lo ha detto una cugina di Italo D'Elisa, il ragazzo ucciso nei giorni scorsi dal marito della donna che il giovane aveva travolto con l'auto la scorsa estate, ricordando il giovane durante i funerali. La cugina del ragazzo ha fatto riferimento alla campagna, anche «virtuale» che ha «incitato all'odio e armato la mano di Fabio anche lui vittima» arrivando però a un gesto ingiustificabile. «Un fiume di abbrutimento sociale», sottolinea la donna secondo la quale ci sono «molti responsabili. È stato detto che Italo era strafottente, non era così, lui e Fabio avevano un graffio nell'anima comune». Se invece di contribuire al clima che si era creato le persone avessero «contribuito a farli incontrare oggi parleremmo di perdono», ha sottolineato.
Intanto nel carcere di Torre Sinello a Vasto è cominciato, davanti al gip Caterina Salusti, l'interrogatorio di garanzia di Fabio Di Lello, il 34enne arrestato per aver ucciso D'Elisa. Il primo luglio 2016 il giovane provocò l'incidente nel quale morì Roberta Smargiassi, moglie di Di Lello. Per lui l'accusa di omicidio volontario premeditato verrà formulata dal sostituto procuratore Gabriella De Lucia. Di Lello, assistito dagli avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni, conoscerà le aggravanti che la Procura di Vasto gli addebiterà per quanto è accaduto mercoledì pomeriggio in via Perth. Da quanto si è appreso, potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. Sul fronte delle indagini i carabinieri della Compagnia di Vasto hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza del cimitero dove Di Lello si è recato, come ogni giorno, anche mercoledì, dopo avere sparato a D'Elisa. Sulla tomba della moglie ha lasciato la calibro 9 usata poco prima. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero