«In questi giorni in cui la stampa ha fatto a brandelli la vita di tre famiglie colpite, ciascuna in modo drammaticamente diverso, si sono letti giudizi sommari,...
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Ecco il testo pubblicato sul blog www.ledoprato.it :
Care Amiche ed Amici, voglio ringraziarvi pubblicamente per i tanti, tanti messaggi che mi avete mandato, esprimendo vicinanza, affetto, dolore, condivisione per questa tragedia che ha colpito la mia famiglia, i miei parenti. La vita riserva molte sorprese, alcune liete, altre no. Entrambe la connotano, la segnano, le danno colore, forma, sostanza.
A volte quel che succede annebbia la speranza, richiama dolore, intacca la fiducia nella bontà delle relazioni umane, ti mette a confronto con subdole malattie che sovrastano le persone più deboli, tende a mortificare una vita intera spesa nel difendere e diffondere valori di tolleranza, di rispetto, di amore per la vita, la vita di tutti. In questi lunghi anni a tanti ho cercato di trasmettere speranza, coraggio, fiducia, di costruire bellezza, di preservare i valori fondamentali della vita, di credere nel buon futuro. Qualche volta ci sono riuscito, altre no, come dimostra questa tragedia. Forse pensiamo di poter avere un ruolo decisivo nei rapporti umani e famigliari ma non è sempre così.
Qualche volta ci attribuiamo capacità che non abbiamo e l’esempio di una vita condotta ispirandosi ai valori dell’onestà, del rispetto della vita propria, e di quella altrui, che ci è stata donata e di cui non siamo padroni assoluti, si scontra con contesti difficili, rapporti umani alterati, scelte non sempre condivisibili, disvalori che cancellano valori e sembrano vanificare la missione di una vita a cui hai dato tutto, senza risparmio. In questi giorni in cui la stampa ha fatto a brandelli la vita di tre famiglie colpite, ciascuna in modo drammaticamente diverso, si sono letti giudizi sommari, verità parziali o di comodo, usate espressioni dei tempi più bui della vita civile. Mi sovviene un brano del Vangelo di qualche settimana fa. Il protagonista è un fico che non dà frutti e, per questo, si propone di tagliarlo. Ma poi si decide diversamente, si zappa intorno, si innaffia e si stabilisce un tempo: se entro tre anni non darà frutti, sarà tagliato.
Non è solo un atto di misericordia, è un atto di saggezza che suggerisce prudenza, pazienza perché i tempi della ricerca della verità non sono brevi e la giustizia umana ha limiti profondi. Sono quelli che lasciano spazio al perdono che, seppure non cancelli la colpa, preserva la possibilità per le persone, tutte le persone, di non ergersi a giudici esclusivi e onnipotenti. Oggi voi dovete sentirvi liberi di lasciare questa pagina, di ritirare la vostra amicizia se questa nostra tragedia vi procura sofferenza o insofferenza, se non siete più interessati a leggere, condividere qualche riflessione perché avete smarrito la fiducia che avevate nell’autore. Quelli che vorranno ancora seguirmi sappiano che non riuscirò ad essere presente su queste pagine con continuità ma che non rinuncerò a niente delle idee e dei valori in cui credo e, in questa circostanza, sarò ancora più determinato nel rigore con cui viverli ed esprimerli.
Metto in conto tutto e devo essere pronto a tutto. Me l’avete scritto in molti. Pensieri bellissimi, parole affettuose che custodirò con cura e a cui farò riferimento tutte le volte che la tristezza e la solitudine cercheranno di prendere il sopravvento.
Voglio riportare solo un piccolo brano, fra i tantissimi, che mi ha scritto un amico carissimo, più grande di me in tutti i sensi, che conosco da oltre 20 anni.
CHI E' LEDO PRATO
(Dal blog www.ledoprato.it) Sono nato a San Severo, in Puglia. Sposato con due figli. Mi sono laureato a Roma in Giurisprudenza e poi alla PRO DEO (oggi LUISS) in Scienze e Tecniche dell'Opinione Pubblica (...) Nel 1990, insieme a Ovidio Jacorossi e Giuseppe De Rita, abbiamo fondato l'Associazione Mecenate 90 di cui sono Segretario generale. Negli anni ho fondato altre Associazioni e Fondazioni, collegate con Mecenate 90, per allargare gli ambiti delle attività possibili nel settore dei beni e delle attività culturali. Collaborando con alcune testate giornalistiche, negli anni, non mi sono limitato ad esercitare il diritto alla critica ma ho cercato di rispettare il dovere di suggerire soluzioni laddove mi è stato possibile. (...)
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Il Messaggero