Allo stato attuale, quando riapriranno le scuole a settembre, gli istituti applicheranno la legge Lorenzin perché «non è possibile far prevalere la nuova...
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Al centro dell'incontro, il paventato slittamento degli obblighi vaccinali e la conseguente ricaduta sulle scuole. Giannelli ha fatto presente all'Amministrazione sanitaria «quello che tutti i colleghi già sanno e cioè che essi sono dirigenti dello Stato e Pubblici Ufficiali tenuti a rispettare e a far rispettare la Costituzione, le leggi e i principi di base dell'ordinamento. E che inoltre, per costante giurisprudenza della Cassazione Penale, essi sono anche titolari di posizioni di garanzia dell'incolumità di tutti coloro che frequentano gli ambienti scolastici».
«Se il 'decreto Lorenzin' fosse modificato nel senso ipotizzato - afferma l'Anp - la presenza di bambini non vaccinati nelle scuole relative alla fascia di età 0-6 anni metterebbe a rischio la salute dei bambini che non si possono vaccinare e di quelli le cui difese immunitarie sono indebolite anche temporaneamente, a seguito di patologie varie».
Sulla possibilità di classi 'differenzialì, composte dai soli bambini vaccinati in cui inserire i bambini immunodepressi, è stato ribadito il «netto dissenso dei presidi, sia perché si porrebbe un grave problema di carattere organizzativo, legato alla composizione delle classi ed alla regola della continuità, sia perché i bambini non sarebbero comunque protetti nei momenti di ricreazione e nei numerosi spazi comuni (mensa, palestra, bagni) e se ne violerebbe, di conseguenza, il diritto alla incolumità».
Giannelli ha sottolineato, infatti, che «l'ambiente scolastico è di gran lunga quello più favorevole alla diffusione dei contagi per le caratteristiche dei soggetti presenti, per la loro elevata relazionalità sociale - costituente proprio uno degli obiettivi della scuola stessa - e per le caratteristiche degli ambienti: relativamente poco voluminosi, spesso molto riscaldati e con basso ricambio di aria».
Il Presidente dell'Anp ha infine evidenziato che stanno circolando «evidenti travisamenti delle modalità di ricorso allo strumento dell'autocertificazione, peraltro non utilizzabile in campo sanitario se non a seguito di espressa previsione legislativa.
Il Messaggero