Un omicidio spacciato per suicidio, una 22enne uccisa con un colpo di pistola in faccia e un padre che ha mentito per non finire dietro le sbarre. La polizia ha dovuto indagare...
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Il 29 giugno la polizia ha ricevuto una chiamata da una casa sulla Abe Martin Drive: dall'altra parte della cornetta c'era Ronald che, in lacrime, raccontava a un'operatrice che la figlia si era sparata in faccia. Quando i soccorritori sono arrivati, Kailee giaceva in un lago di sangue nell'ingresso di casa mentre sua madre, Karen Hooker McMullan, provava a rianimarla con un massaggio cardiaco. Tuttavia, nonostante i medici abbiano tentato tutto il possibile, la ragazza è morta. In un'altra stanza Ronald aveva iniziato a comportarsi in maniera strana cercando di pulirsi il sangue dai vestiti con un'asciugamano. Dopo che il suo tentativo è stato bloccato dagli agenti, che avevano bisogno di alcune foto di quelle macchie, Ronald si è diretto in un'area terrosa e lurida al di fuori del suo giardino e si è sporcato i vestiti e le scarpe. Dai rilievi è emerso, inoltre, che in cucina c'erano tracce di sangue che erano state pulite prima dell'arrivo della polizia.
Ronald è stato arrestato mercoledì e accusato di omicidio di primo grado in quanto la sua versione non ha assolutamente convinto gli investigatori che, fin dal primo momento, avevano tratto la morte di Kailee come sospetta. Dalle indagini dei giorni successivi, infatti, è emerso che la ragazza aveva un rapporto difficile con il padre. Ad alcuni amici aveva raccontato di essere stata molestata da Ronald quando era piccola e che non molto tempo fa lui l'aveva picchiata a tal punto che la madre era dovuta intervenire con una pistola per arrestare la furia del marito. In una necrologio pubblicato nei giorni scorsi si ricordava la ragazza come «legata ai suoi genitori che amava profondamente». Solo chi la conosceva veramente sapeva che dietro i sorrisi di quella famiglia felice c'era molto altro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero