Sarà l'ex attorney general dell'Amministrazione Obama, Eric Holder, a indagare sui presunti casi di molestie sessuali e discriminazione di genere denunciati da...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Rigetti, che ora lavora per un'altra azienda della Silicon Valley, ha raccontato anche di essere stata discriminata in più occasioni in quanto donna e di aver ricevuto scarsa o nessuna considerazione da parte dell'Ufficio risorse umane di Uber al quale aveva riferito gli episodi. Al punto che le ripetute denunce le attirarono addosso la fama di piantagrane.
In un memo inviato ai dipendenti, del quale dà conto il Washington Post, il ceo di Uber, Travis Kalanick, ha annunciato che l'indagine interna sarà condotta in «tempi brevi» e che vedrà la partecipazione, tra gli altri, anche di Arianna Huffington, fondatrice dell'Huffington Post e membro del cda di Uber e di Llane Hornsey, la nuova responsabile delle Risorse umane dell'azienda.
In un tweet postato domenica, Kalanick ha definito i comportamenti denunciati dalla Rigetti «abominevoli e contrari a ogni cosa in cui crediamo», promettendo che «chiunque si comporti così o pensi che questi comportamenti siano Ok verrà licenziato». Le accuse di molestie e discriminazione giungono in una fase delicata per l'azienda di San Francisco, con Kalanick che sta ancora tentando di arginare la cattiva stampa ricevuta per il suo passato ruolo di consigliere di Donald Trump e per l'atteggiamento tenuto da Uber dopo il 'muslim ban' varato dal presidente Usa.
Durante le proteste di gennaio contro la messa al bando degli immigrati musulmani, Uber ha continuato ad operare a New York, nonostante lo sciopero proclamato dai tassisti della città per esprimere solidarietà ai manifestanti. La decisione scatenò la reazione dei social media, sui quali venne coniato l'hashtag «#deleteUber», cancella Uber. Lo stesso appello è stato rilanciato dopo le accuse della Rigetti.
Uber non è l'unica azienda della Silicon Valley a doversi difendere da accuse di molestie e discriminazioni di carattere sessuale.
Il Messaggero