Il suo asilo nido Little Giggles di Bend, nell'Oregon, era illegale in quanto privo di autorizzazione, e lei lo gestiva da quattro anni senza neanche avere il diploma che la...
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Una volta smascherata e arrestata, January non ha potuto far altro che confessare e chiedere perdono, senza per questo evitare la sentenza del giudice che venerdì scorso l'ha condannata a 21 anni e quattro mesi di carcere. «Tutti commettono errori, ma non tutti se ne assumono la responsabilità - ha detto in tribunale - So di aver fallito e di aver deluso tutti. Detto ciò, spero che la corte e i genitori accettino le mie scuse. Ho fatto uno sbaglio che ha cambiato per sempre la mia vita e l'ha anche conclusa».
Il problema, nel suo caso, è che non si è trattato di uno sbaglio isolato, ma di un comportamento protratto per un tempo lunghissimo e che non si limita all'abbandono. January, che ha alle spalle due condanne per furto d'identità sotto i nomi di January Livsey e January Brooks, è anche ritenuta responsabile di aver causato danni fisici ad alcuni bimbi che aveva in cura: dopo l'arresto sono venuti alla luce diversi casi, come quello di una piccola che ha riportato una lesione cerebrale compatibile con la sindrome del bambino scosso, o quelli di altri bambini che per lungo tempo hanno avuto problemi gravi di insonnia dovuti alla melatonina che January somministrava loro. Senza contare i graffi, i segni di denutrizione o di sporcizia riscontrati su altri bimbi. Dire "ho fatto uno sbaglio", in questo caso, non è una frase corretta: di sbagli ne sono stati fatti troppi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero