Bernie Sanders continua a dare filo da torcere a Hillary Clinton, che perde in Oregon (53% a 47%, con il 65% delle schede scrutinate) e vince solo di un soffio, per ora in modo...
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Il duello corrobora invece la forza della proposta di Sanders, che spera così di potersi ritagliare un ruolo come leader di sinistra nel partito, condizionandone la piattaforma alla convention. Per questo sta già scaldando i motori per il colpo grosso in California, dove stasera c'era il pienone per un suo comizio a Carson. «Combatteremo sino all'ultimo voto fino al 14 giugno e poi faremo la nostra battaglia alla convention», ha detto ad una folla esultante di migliaia di persone, promettendo di vincere anche in California. Il senatore del Vermont deve però stare attento a non spaventare l'opinione pubblica associando la sua rivoluzione politica socialista ai disordini causati dai suoi fan alla riunione del partito in Nevada dopo che gli sono stati negati 60 potenziali delegati.
Sanders ha condannato ogni forma di violenza ma ha difeso i suoi supporter sostenendo che non sono inclini all'intimidazione e non sono stati trattati con «correttezza e rispetto». Per i repubblicani le primarie si sono svolte solo in Oregon, dove Donald Trump ha corso contro se stesso segnando un 66% (col 65% delle schede scrutinate) in una gara solitaria senza la suspense del risultato finale. Ma il tycoon, cui ora mancano meno di 100 delegati per la nomination, continua a regalare sorprese ogni giorno. Ha firmato la pace con la popolare conduttrice di Fox News Megyn Kelly concedendole una intervista dove ha fatto l'agnellino. E, in attesa di incontrare oggi l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, ha rilasciato una intervista alla Reuters sulla sua politica estera, dicendosi pronto a parlare con il leader nordcoreano Kim Jong-un per fermare il programma nucleare di Pyongyang.
Ma anche a rinegoziare l'accordo di Parigi sul clima e a smantellare la riforma di Wall Street targata Obama.
Il Messaggero