Usa, dai Metallica a Britney Spears: ecco la playlist della Cia per fiaccare i prigionieri

Usa, dai Metallica a Britney Spears: ecco la playlist della Cia per fiaccare i prigionieri
Dai Queen a Eminem, dai Metallica ai Bee Gees. Gli agenti della Cia incaricati di condurre gli interrogatori «avanzati» sui sospetti terroristi catturati dopo gli attentati...

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Dai Queen a Eminem, dai Metallica ai Bee Gees. Gli agenti della Cia incaricati di condurre gli interrogatori «avanzati» sui sospetti terroristi catturati dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 attingevano da un repertorio musicale tanto vasto quanto eterogeneo per «disorientare» i prigionieri.






Musica suonata a tutto volume per ore e ore, spesso per svariati giorni di seguito, per costringere i prigionieri a rivelare le informazioni in loro possesso. La pratica, codificata come una forma di tortura, è stata anch'essa denunciata nel rapporto sul programma segreto dell'agenzia, diffuso ieri dalla commissione Intelligence del Senato Usa.



Come anche rivelato negli anni scorsi in interviste a ex militari ed ex detenuti nelle prigioni segrete o in libri come 'The Guantanamo Files' di Andy Worthington, la 'playlist della Cia' era abbastanza improbabile nel suo accostamento di generi musicali diversissimi tra loro. Oltre alle classiche 'We are the champions' e 'We will rock you' dei Queen, che i prigionieri erano costretti ad ascoltare a ripetizione e a volumi insopportabili con le cuffie legate alle orecchie, si attingeva molto dal repertorio heavy metal, dai Metallica agli AC/DC. «Musica con la quale i prigionieri non avevano alcuna familiarità e questo li faceva impazzire», raccontò alla Abc un ex operativo della Cia.



Per questo, come in un iPod con la funzione 'Genius' impazzita, ai prigionieri capitava anche di subire per ore e giorni l'ascolto di 'Hit me baby one more time' di Britney Spears o 'Slim Shady' di Eminem. Di nuovo, come emerge dai racconti e dalle informazioni trapelate da precedenti rapporti riservati, con altri salti logici, dal punto di vista musicale, gli agenti della Cia o i carcerieri di Guantanamo e delle prigioni segrete utilizzate dall'agenzia potevano scegliere classici della disco music degli anni '70, come 'Stayin' Alivè dei Bee Gees o canzoni più recenti e decisamente intimiste, come 'Babylon' del cantautore britannico David Gray.



«Perdi ogni cognizione e fa paura pensare che potresti diventare pazzo a causa di tutta quella musica, a causa del rumore altissimo e perché dopo un po', non percepisci più le parole delle canzoni, tutto quello che senti è un rumore intenso», raccontò nel libro di Worthington Ruhal Ahmed, un ex prigioniero di Guantanamo. Come spiegò in un'intervista a Newsweek il sergente Usa Mark Hadsell, raccontando degli interrogatori che venivano condotti sui prigionieri in Iraq, «Se la suoni (la musica, ndr) per 24 ore di fila, le funzioni mentali e fisiche iniziano a cedere, i pensieri rallentano e la volontà si spezza. È allora che noi entriamo nella cella e iniziamo a interrogarli».
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Il Messaggero