Usa, Onu dedica assemblea generale a questione antisemita

Usa, Onu dedica assemblea generale a questione antisemita
NEW YORK – Era un appuntamento deciso già dallo scorso ottobre, quando nessuno immaginava le stragi di Parigi dell’8 gennaio. Ma il sangue versato dai terroristi nella...

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NEW YORK – Era un appuntamento deciso già dallo scorso ottobre, quando nessuno immaginava le stragi di Parigi dell’8 gennaio. Ma il sangue versato dai terroristi nella capitale francese ha reso ieri la riunione straordinaria dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite anche più pressante e appassionata: per la prima volta nella storia dell’Onu, l’Assemblea si riuniva per discutere dell’antisemitismo.




Il filosofo Bernard-Henry Levy, uno dei più noti intellettuali viventi, ha tenuto il discorso di apertura, seguito da un messaggio del segretario generale Ban Ki-moon, e dagli interventi dell’ambasciatore israeliano Ron Prosor e dell’americana Samantha Power. Levy ha sottolineato come esista nel mondo una demonizzazione dello Stato di Israele, unita alla negazione dell’Olocausto, e ha ricordato che invece proprio “la comprensione dell’Olocausto ci rende meglio capaci oggi di riconoscere e rispondere ad altri genocidi, come quello della Bosnia o del Ruanda”. La Power ha rivelato il fatto poco noto che l’antisemitismo è forte anche negli Usa dove addirittura due terzi dei crimini basati sull’odio sono commessi contro gli ebrei: “Due terzi! – ha ripetuto -: e questo avviene nonostante la nostra orgogliosa storia di libertà religiosa”. A sua volta l’ambasciatore Onu per l’Italia Sebastiano Cardi ha testimoniato che il nostro Paese “da molto tempo ha fatto sua la priorità di condannare con chiarezza e unanimità ogni atto di antisemitismo”, e conduce allo stesso tempo “una battaglia culturale contro ogni forma di intolleranza”.



A sorpresa, è intervenuto anche l’ambasciatore dell’Arabia Saudita, Abdallah Al-Moualimi, che parlava a nome dei 57 Paesi della Cooperazione Islamica: “I Paesi islamici – ha detto – condannano ogni parola e ogni azione che conducano all’odio, all’antisemitismo e all’islamofobia”. L’ambasciatore ha aggiunto: “L’antisemitismo e l’islamofobia sono crimini legati all’odio religioso e sono legati inestricabilmente e indivisibili”.



L’appuntamento dell’Assemblea Generale era stato richiesto da 37 nazioni lo scorso ottobre con una lettera a Ban Ki-moon dopo gli attentati al Museo Ebraico di Bruxelles e alla scuola ebraica di Tolosa, nel sud della Francia.



Presenti al grande appuntamento al Palazzo di Vetro erano anche il ministro tedesco per l’Europa Michael Roth e il collega francese Harlem Désir. I due ministri hanno festeggiato all’Onu la giornata dell’amicizia franco-tedesca, e hanno approfittato per tenere una conferenza stampa congiunta in cui hanno rinnovato l’impegno di combattere ogni messaggio ideologico che incoraggi l’odio. Roth ha ammonito di non cadere nell’errore che credere che l’antisemitismo sia sempre di marca islamica e ha spiegato che nel suo Paese coloro che negano l’Olocausto sono semmai estremisti di destra delle province. Il ministro Désir ha a sua volta discusso di come i giovani terroristi dei nostri giorni usino l’internet “per la loro propaganda di odio”. Desir ha aggiunto che il mondo è già riuscito a ottenere “la collaborazione delle grandi società internet per bloccare i messaggi dei pedofili”, e spera di poter ottenere che simili iniziative si possano adottare anche nella lotta contro chi promuova odio e violenza.



Entrambi i ministri hanno auspicato una conferenza mondiale per combattere l’odio che corre sul wi-fi: “C’è una chiara responsabilità dei social network” ha affermato Désir.

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Il Messaggero