Usa, venerdì senza maniche, la ribellione trasversale delle deputate: sbracciate in aula al Campidoglio

Dal conto twitter della deputata Speier
NEW YORK – Il decoro prima di tutto, recita il manuale dei regolamenti della Camera, a Washington. Il che vuol dire che uomini e donne devono vestire in modo...

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NEW YORK – Il decoro prima di tutto, recita il manuale dei regolamenti della Camera, a Washington. Il che vuol dire che uomini e donne devono vestire in modo “appropriato”. Per gli uomini significa indossare giacca, camicia e cravatta. Per le donne divieto di maniche corte o sandali. Ma le donne sono stufe, e – affannate dal caldo soffocante della capitale - hanno inscenato una pacifica protesta. Su istigazione dalla deputata democratica californiana Jackie Speier, hanno celebrato il “venerdì senza maniche” e si sono presentate in aula con abiti senza maniche, e molte anche indossando dei sandali estivi. La protesta è trasversale: la deputata repubblicana Martha McSally, che dal podio teneva un discorso sulle assicurazioni, a un certo punto si è interrotta e ha sottolineato: “Vorrei far notare che sono vestita in modo professionale, ma senza maniche e con sandali aperti”.


Più tardi, la foto di una ventina di deputate sbracciate sulle scale del Campidoglio ha fatto il giro dei social, riscuotendo approvazione, ma anche un pizzico di invida da parte dei maschi, che non sembrano però altrettanto intenzionati a ribellarsi.

La polemica degli abiti sbracciati e dei sandali aperti è esplosa quando una settimana fa una giornalista che stava aspettando un deputato all’uscita dell’aula è stata fatta uscire dalle guardie del Campidoglio perché non rispettosa del “codice di abbigliamento”. La giornalista aveva un abito senza maniche. Dopo il suo caso, ne sono avvenuti altri simili, e la deputata Speier ha deciso che era giunto il momento di ribellarsi apertamente. E non è la prima volta che le donne si ribellano ai regolamenti sull’abbigliamento: nel 1993 la senatrice Barbara Mikulski si presentò indossando un tailleur pantalone, in un atto che scatenò immediata imitazione da parte di altre donne in quella che fu chiamata la “pantsuit rebellion”. Mikulski ricorda: “Causai un gran fracasso…. Neanche avessi fatto il primo passo sulla Luna!”

Finora quando una donna arriva con un vestito sbracciato, le guardie le offrono un golfino o una giacca di emergenza. Un po’ come fanno con gli uomini che dimenticano a cravatta. Ma le donne sembrano decise a rifiutare la soluzione di compromesso. E hanno fatto pressione sullo speaker, Paul Ryan, perché riveda le regole. Lui ha promesso che lo farà, ma ha anche aggiunto che non intende fare grandi cambiamenti: “Il decoro è troppo importante in questa istituzione – ha detto -. Ma è anche vero che l’abbigliamento professionale oggi è cambiato, e prenderemo questo fatto in considerazione”.

Peraltro, la regola degli abiti sbracciati era stata già violata prima da Michelle Obama e poi da Ivanka Trump. Sia l’ex first lady che l’attuale first daughter hanno indossato abiti senza maniche durante i discorsi in aula del marito e del padre.


 

 


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Il Messaggero