Due a uno: Hillary Clinton tira un sospiro di sollievo e vince i caucus, le assemblee di elettori, in Nevada contro Bernie Sanders per 52,1% a 47,8%, con l'80% dei voti...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un successo cruciale, dopo la rapida rimonta del senatore del Vermont e il testa a testa prima degli ultimi sondaggi e poi dei risultati iniziali in uno Stato dove a fare la differenza era il voto delle minoranze, soprattutto dei latinos. Ma alla fine il margine, pur non largo come alcuni mesi fa, è più che sufficiente per guardare con maggiore ottimismo alle prossime tappe: le primarie del 27 febbraio in South Carolina, dove oggi si fronteggiano i Repubblicani, e poi il Super martedì del primo marzo, quando si voterà in una dozzina di Stati con un quarto del delegati in palio. L'ex segretario di Stato potrà continuare a fare la lepre da inseguire, anche se il duello con il senatore 'socialistà si preannuncia più duro del previsto.
«A tutti coloro che si sono fatti avanti in ogni angolo del Nevada con cuore e determinazione: Questa vittoria è la vostra. Grazie», ha subito twittato l'ex first lady. Con grande fair play Sanders ha subito riconosciuto il successo della rivale, telefonandole per congratularsi ma dicendosi anche «orgoglioso per quanto conseguito dalla nostra campagna». Il senatore ha conquistato infatti un numero abbastanza rilevante di delegati e può continuare a tenere alta la sua sfida. In Nevada gli elettori democratici sembrano aver preferito l'esperienza e la moderazione di Hillary alla protesta anti establishment e all'appello per una rivoluzione politica di Sanders. Mai i giochi son lungi dall'essere fatti: nel 2012 Hillary vinse le primarie in Nevada contro Barack Obama. E si sa com'è finita. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero