Università, nuove regole per i docenti: l'abilitazione avrà la durata di 6 anni

Università, nuove regole per i docenti: l'abilitazione avrà la durata di 6 anni
ROMA - Si scrive “procedura a sportello”, si legge semplificazione. Parte da qui la rivoluzione per le università italiane che, d'ora in poi, per reclutare...

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ROMA - Si scrive “procedura a sportello”, si legge semplificazione. Parte da qui la rivoluzione per le università italiane che, d'ora in poi, per reclutare nuovi docenti lavoreranno durante tutto l'anno. E non più, come accadeva prima, solo saltuariamente, quando decideva il Miur.

LA SEMPLIFICAZIONE

Ieri il consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto del Presidente della Repubblica per l'abilitazione scientifica nazionale. L'obiettivo del nuovo regolamento è di semplificare la vita a quanti, dopo anni di esperienze, pubblicazioni e meriti, chiedono di ottenere l'abilitazione scientifica nazionale per accedere alla prima fascia, quella dei professori ordinari, e alla seconda fascia della docenza universitaria, quella degli associati.
Prima era possibile usufruire di una sola sessione l'anno, ora le candidature vengono raccolte durante l'arco dei dodici mesi tramite appunto la “procedura a sportello” e le domande vengono poi suddivise in slot quadrimestrali per la valutazione, effettuata nei 4 mesi successivi. Non si potrà andare mai oltre i 5 mesi. In quei 4 mesi in cui le commissioni lavorano alla valutazione, vanno comunque avanti le candidature del quadrimestre successivo. A ritmo continuo, quindi. Le candidature, una volta presentate, potranno essere ritirate entro i 10 giorni successivi alla pubblicazione dei valori dei parametri del singolo candidato (che vengono resi noti entro 20 giorni dalla scadenza degli slot quadrimestrali).
IL PARERE

Per ottenere l'abilitazione è necessario avere il parere favorevole dei 3/5 della commissione mentre prima servivano i 4/5. Qualora il candidato non riesca ad abilitarsi deve aspettare almeno un anno prima di ripresentare la domanda. Fino ad oggi, invece, al candidato erano precluse le tornate per l'abilitazione promosse nel biennio successivo alla “bocciatura”.
L'ABILITAZIONE


Una volta ottenuta, l'abilitazione scientifica nazionale ha durata di 6 anni mentre prima, nel precedente dpr, la durata prevista era di 4 anni poi prorogata a 6. «I criteri che abbiamo seguito - ha spiegato il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini - sono qualità, continuità e certezza del processo di valutazione, che sino ad oggi è andato avanti a singhiozzo rimanendo bloccate per un lungo periodo e questo non deve più accadere. Da ora l'abilitazione scientifica andrà avanti con continuità. Una parte riguarda anche la qualità del profilo dei commissari, di chi valuta, che dovrà essere sicuramente superiore rispetto ai valutati. Una cosa che sembra ovvia ma non lo era fino ad oggi». Sono state infatti riviste anche le modalità di sorteggio delle commissioni, per garantire una maggiore rappresentatività dei settori disciplinari. «Introduciamo - ha sottolineato Giannini - anche parametri per innalzare la qualità del profilo scientifico dei commissari». E i tempi per attuare la riforma dell'abilitazione scientifica nazionale potrebbero essere brevi: nelle prossime settimane verrà emanato il decreto con i criteri di valutazione dei candidati per far sì che, entro l'estate, possa partire il primo quadrimestre di raccolta delle candidature con il via alle selezioni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero