«La Corte d'Appello di Trento, con una sentenza storica, scrive una nuova pagina della giurisprudenza sui diritti dei figli di coppie dello stesso sesso. Per la prima...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Così il senatore del Partito Democratico Sergio Lo Giudice. «Laddove la politica non riesce, arenandosi su quella adozione del figlio del partner già superata da questa sentenza, arriva la giurisprudenza, grazie alla tenacia di quelle coppie che non si sono arrese all'idea che lo Stato tratti i propri figli come figli di un dio minore», conclude il parlamentare democratico.
L'associazione Famiglie Arcobaleno plaude alla decisione della Corte d'Appello di Trento che, per la prima volta in Italia, ha riconosciuto come padre legittimo in una coppia gay con due bambini nati da Gpa anche il genitore che non ha legami genetici con i figli.
«L'ordinanza della Corte d'Appello di Trento - spiega la presidente, Marilena Grassadonia - si muove nel solco della sentenza della Corte di Cassazione del 2016, che riconosce il diritto dei minori nati in coppie gay o lesbiche a vedersi riconosciuti entrambi i genitori, indipendentemente da come questi bambini sono nati e indipendentemente dal dato puramente biologico». «In assenza di leggi chiare, ci auguriamo ora che tutti i tribunali d'Italia seguano la stessa strada, l'unica che al momento possa garantire i nostri figli e le nostre figlie.
Purtroppo oggi non è ancora così e i bambini delle famiglie omogenitoriali in Italia hanno diritti diversi a seconda di dove sono nati, a seconda di quale tribunale possa decidere sulle loro vite e sulle loro famiglie. È un'ingiustizia che va sanata al più presto» conclude Grassadonia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero