Umberto Veronesi è morto, l'assistente storica Donata Francese: «Diceva: le idee sono immortali»

Umberto Veronesi
Un equilibrio straordinario tra la vita e la morte. In un continuo allenamento intellettuale. «È stato lucido intellettualmente fino quasi alla fine: fino a qualche...

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Un equilibrio straordinario tra la vita e la morte. In un continuo allenamento intellettuale. «È stato lucido intellettualmente fino quasi alla fine: fino a qualche giorno fa, scriveva e dava input per artcoli di attualità. L'ultimo, rimasto incompiuto, riguardava l'umanizzazione delle cure». È un ricordo commosso di Umberto Veronesi quello che la sua assistente storica, portavoce e collaboratrice diretta per circa 30 anni, Donata Francese. «È rimasto attivo intellettualmente fino alla fine, tanto che aveva in preparazione altri articoli. Ci ha insegnato - afferma Francese - tantissime cose, ma soprattutto, e fino alla fine, ha cercato di preparare noi tutti alla sua morte». Perchè lui, dice la collaboratrice, «non aveva paura della morte e neppure della sua morte».


Ciò che ci diceva, ricorda, «è che l'immortalità è quella del pensiero e non del corpo, che la morte è una necessità biologica e guai se non ci fosse, perché la morte dà spazio alla nuova vita, e una vita senza morte non sarebbe vita». Ateo convinto, afferma Francese, «Veronesi non aveva paura di venire a mancare, ma aveva paura di perdere le sue facoltà intellettive, ed è per questo che si allenava intellettualmente». «Come eredità, ci ha invitato a far continuare a vivere il suo pensiero perchè le idee, diceva, sono immortali», ricorda ancora Francese. «Ma in una cosa Veronesi non è riuscito: nel convincerci della sua sostituibilità. Lui - conclude la collaboratrice - non lo è».
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Il Messaggero