Parma, la Uil sui tecnici rapiti: «Nessun confronto con la Bonatti sulla questione sicurezza»

Parma, la Uil sui tecnici rapiti: «Nessun confronto con la Bonatti sulla questione sicurezza»
L’angoscia nel viso e il passo svelto. Sono passati sette mesi dal giorno in cui i quattro tecnici Bonatti sono stati rapiti e le informazioni che arrivano dalla Libia non...

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L’angoscia nel viso e il passo svelto. Sono passati sette mesi dal giorno in cui i quattro tecnici Bonatti sono stati rapiti e le informazioni che arrivano dalla Libia non sono buone per due di loro. La notizia si è diffusa in mattinata: i lavoratori l’hanno appresa prima sul web e poi con una comunicazione interna dell’azienda come sette mesi fa si è chiusa a riccio. Così come i dipendenti che in pausa pranzo timbrano il cartellino e filano via, testa bassa e occhiali da sole.  Quelli più bendisposti si lasciano andare a un «Siamo tristi, ma non possiamo parlare». «Nessuna notizia». «No comment». L’unico che parla è un sindacalista, Antonio Cuppone, il segretario Uil degli edili di Parma.


Alla Bonatti, multinazionale di 6 mila dipendenti, ha appena 20 iscritti, ma questo non gli ha impedito di sollevare una questione sicurezza contro l’azienda. Le domande che si fa il segretario Cupppone sono le stesse che sono circolate all’indomani del sequestro dei quattro. Ovvero: in quali condizioni lavorano i tecnici specializzati? La risposta di Cuppone è questa: «Non abbiamo mai avuto un confronto con l’azienda su queste questioni, mai un protocollo sui lavoratori all’estero o in zone pericolose».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero