Ue, Renzi in pressing per la flessibilità ma Merkel non fa sconti

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dal nostro inviato Alberto Gentili VENTOTENE - Raccontano che neppure a cena, nella sala d'onore della portaerei,...

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dal nostro inviato Alberto Gentili

VENTOTENE - Raccontano che neppure a cena, nella sala d'onore della portaerei, Angela Merkel si sia addolcita. Riferisco che nonostante la luce del crepuscolo e i garbati tentativi, in punta di piedi, di Matteo Renzi, la cancelliera tedesca abbia confermato la sua fede incrollabile nel rispetto dei parametri europei. Quelli che il premier italiano vorrebbe mitigare, per rianimare un'economia di nuovo a crescita zero (o quasi), con tagli alle tasse e investimenti pubblici in deficit.

Eppure, nell'entourage di Renzi dove si spera in un tempo supplementare più favorevole al vertice bilaterale in programma il 31 agosto a Maranello, la prendono con sportività: «Nessuna sorpresa, conoscevamo già la posizione della Merkel molto legata alle regole. Ma va anche detto che la cancelliera ha elogiato in modo entusiastico le riforme italiane».

Vero. Ma è anche vero che un'ora prima con alle spalle l'isola di Ventotene e lo scoglio di Santo Stefano, Frau Angela è stata molto netta. Al giornalista tedesco che gli chiedeva se intendesse concedere una nuova dose di flessibilità all'Italia e ai Paesi che hanno particolare bisogno di far ripartire l'economia, la Merkel ha risposto: «Noi vogliamo che l'Italia, la Francia e la Germania crescano. Il patto di stabilità offre già molte possibilità di flessibilità che dobbiamo applicare in modo saggio». Pausa, piccolo passo di lato per non urtare più del dovuto l'ospite: «Comunque non è una trattativa tra singoli Stati. Di questa materia si occupa la Commissione europea».

 

L'APPREZZAMENTO
Una vera e propria doccia fredda. Un colpo che la Merkel ha mitigato ulteriormente un passaggio dopo. Quando ha sostenuto, come chiedono François Hollande e Renzi, una verifica e un potenziamento del piano Juncker per gli investimenti a favore dello sviluppo. E, soprattutto, quando ha messo a verbale con un'enfasi inusuale per lei l'apprezzamento per il lavoro del premier italiano: «Renzi ha fatto riforme coraggiose, pietre miliari per un'Italia che possa avere un futuro sostenibile. Penso al Jobs Act, la riforma del mercato del lavoro, che ha bisogno di tempo per sviluppare i suoi effetti». Conclusione: «Io appoggio Renzi pienamente».

LA STRATEGIA

Il che è anche ovvio. Frau Merkel sa bene che indebolire il partner italiano sarebbe come fare harakiri. Sarebbe come offrire sponda al ritorno dell'instabilità in Italia. Soprattutto a pochi mesi dal referendum costituzionale di novembre. Comunque Renzi, qualche istante dopo, ha risposto piccato allo stesso giornalista tedesco che aveva dipinto a tinte fosche la situazione contabile del nostro Paese: «Vorrei ricordare che l'Italia ha il deficit più basso degli ultimi dieci anni. E continueremo su questa strada». Magari però cercando di strappare 10 miliardi di flessibilità, con il deficit-Pil dall'1,8 programmato al 2,2. Soldi buoni per tagliare le tasse e aiutare i pensionati più poveri.

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Il Messaggero