Ue chiude il 75% dei procedimenti contro l'Italia. Orlando: «Eredità importante»

Il ministro Andrea Orlando
Il comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha chiuso a favore dell'Italia 1.723 ricorsi pendenti presso la Corte europea dei diritti dell'uomo contro il nostro...

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Il comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha chiuso a favore dell'Italia 1.723 ricorsi pendenti presso la Corte europea dei diritti dell'uomo contro il nostro paese in materia di durata dei processi civili, vale a dire il 75% dei ricorsi in questa materia. Il Comitato ha infatti deciso di chiudere la procedura di supervisione del "Gruppo CeterionI", relativo appunto alla lunghezza del processo civile. Ed inoltre è stata stabilita la fine della supervisione sul "Gruppo Luordo", con la chiusura di 24 casi individuali in materia di disfunzioni nella durata dei procedimenti fallimentari.


Sono due decisioni, dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando, «di straordinaria importanza, che riconoscono il lavoro del Governo in questo settore. Un giudizio positivo sui risultati e sulle riforme approvate, come la riforma del diritto fallimentare». «Quando sono diventato ministro della Giustizia, mi toccava quotidianamente leggere articoli e vedere servizi che riportavano condanne all'Italia da parte della Corte Europea dei diritti dell'uomo in materia di sistema penitenziario, di durata dei processi civili, di lunghezza delle procedure fallimentari - prosegue il ministro - Stessa cosa in materia di infrazioni in materia di giustizia da parte della Commissione Europea. Non potevamo mettere piede fuori dai nostri confini senza che qualcuno ci bacchettasse. Lo dico con orgoglio: non è più così. Oggi sono state assunte due decisioni di grandissimo rilievo per l'Italia, un successo per il paese. A inizio legislatura il nostro contenzioso presso la Cedu era enorme, a fine legislatura consegniamo un risultato: è stato abbattuto di oltre l'80%».


Un'eredità «positiva che lasciamo al paese - conclude Orlando - che spero non venga dispersa nel futuro. Si deve continuare sulla strada intrapresa, sapendo che restano molti problemi ma che non ci sono più emergenze. Questi risultati vanno consolidati ma adesso possiamo andare a testa alta nei consessi internazionali. Ed inoltre, grazie alla chiusura positiva di questi ricorsi facciamo risparmiare tanti soldi ai contribuenti italiani».
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Il Messaggero