Migranti, scontro Ue-Austria su quote richiedenti asilo. La commissione: tetto giornaliero illegale

È scontro Austria-Ue sulle quote migranti. La decisione dell'Austria di imporre un tetto giornaliero di richieste di asilo (80) è...

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È scontro Austria-Ue sulle quote migranti. La decisione dell'Austria di imporre un tetto giornaliero di richieste di asilo (80) è «incompatibile» con il diritto internazionale, sostiene il commissario europeo alle Migrazioni, Dmitri Avramopoulos, in una lettera di cui è in possesso l'agenzia Dpa. Ma l'Austria tira dritto: Il cancelliere Werner Faymann ha affermato a Bruxelles che Vienna resterà sulla posizione assunta. «Dal punto di vista politico, è impensabile che l'Austria accolga tutti i richiedenti asilo dell'Europa», ha detto a margine del vertice Ue. Faymann ha anche sottolineato che la questione di diritto dovrà essere affrontata dai giuristi.


«Non mi piacciono queste misure», ha detto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker sulle decisioni prese dall'Austria sui controlli ai confini, affermando che ora «queste sono sotto esame» in quanto «la questione è vedere se sono in linea» con le regole Ue. Il tema verrà affrontato direttamente da Juncker con Faymann prima del vertice Ue. «Alla Commissione Ue non ci piacciono questi controlli alle frontiere, io non seguo questo trend».

«Mi rendo conto che la situazione in Austria è comprensibilmente molto difficile. C'è un problema. Ma non possiamo pensare di chiudere il Brennero che è uno dei passaggi simbolici dell'Europa», ha commentato il premier Matteo Renzi, appena arrivato al Consiglio europeo. «L'Austria - sottolinea Renzi - ha una posizione che è comprensibilmente molto difficile perché, pensate, ha più richiedenti d'asilo dell'Italia in termini assoluti ed è un paese decisamente più piccolo del nostro e meno popoloso. Quindi il tema austriaco esiste. Tuttavia - osserva il premier - non possiamo nemmeno immaginare di chiudere il Brennero che è simbolicamente, e non soltanto simbolicamente, uno dei grandi elementi di unione in Europa. Quindi si tratta di lavorare insieme. Penso sia necessario fare quello che abbiamo sempre detto, cioè occorre avere una strategia a monte, investimenti di cooperazione internazionale, investimenti nei territori di partenza, in alcuni casi investimenti diplomatici, come in Siria e in Libia, o economici come nel cuore dell'Africa. Mi pare si sia iniziato a capire che il tema non è solo dell'Italia, ma è un tema di tutti: le risposte teoricamente ci sono. Ora - conclude Renzi - vediamo se nella pratica riusciamo a fare un altro passettino in avanti».


«Il 2015 ha sancito che Dublino è fallito, ha fallito. Capisco che ci siano alcuni Paesi che dicano il contrario. Per anni l'Europa ha messo la polvere sotto il tappeto. Ora ne dovremo parlare, in questo e nei prossimi Consigli», ha aggiunto. Quanto al tema Brexit Renzi si è detto «abbastanza ottimista che ci sarà un accordo in grado di portare Cameron ad affrontare e ci auguriamo a vincere il referendum». 
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Il Messaggero