Ucraina, piovono razzi su Mariupol: 30 morti e 93 feriti

Ucraina, piovono razzi su Mariupol: 30 morti e 93 feriti
È di 30 morti e 93 feriti il bilancio delle vittime del lancio di missili Grad su Mariupol. Lo sostiene Oleg Kalinin, portavoce del sindaco dell'importante città del sud-est...

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È di 30 morti e 93 feriti il bilancio delle vittime del lancio di missili Grad su Mariupol. Lo sostiene Oleg Kalinin, portavoce del sindaco dell'importante città del sud-est ucraino, citato dall'agenzia Interfax.




I separatisti dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk negano di essere i responsabili del lancio di razzi su Mariupol che stamattina ha ucciso almeno dieci persone. «Questa è disinformazione - ha detto un portavoce del ministero della Difesa dei ribelli citato dalle agenzie -. Le forze della milizia non hanno aperto il fuoco su Mariupol o sulle sue case». Le forze armate e il ministero dell'Interno di Kiev accusano invece i separatisti della strage.



I miliziani separatisti sostengono di aver strappato alle forze armate di Kiev la cittadina di Krasni Partizan, vicino Donetsk, nel sud-est ucraino. La notizia - annunciata dall'agenzia dei ribelli "Novorossia" - è stata confermata dall'esperto militare pro-Kiev Dmitri Timchuk.




Dopo la morte di diversi civili in un attacco contro una fermata dell'autobus a Donetsk, i separatisti filorussi hanno annunciato ieri una nuova grande offensiva per conquistare l'intera area in conflitto nell'Ucraina dell'est e sono disposti a combattere anche oltre i confini di questa regione. Se necessario si combatterà anche oltre i confini di Donetsk, ha assicurato il leader separatista Alexander Zakharchenko.



Attualmente, ha assicurato, combattenti delle autoproclamate «repubbliche popolari» di Donetsk e Lugansk si stanno spostando in diversi punti del regione del Donbass. Secondo Zakharchenko, per il momento i ribelli non faranno altre offerte per il cessate il fuoco e parleranno con l'esecutivo ucraino solo per il possibile scambio di prigionieri. Il leader separatista ha poi ricordato che l'unico interlocutore che riconosce per i negoziati è il presidente ucraino, Petro Poroshenko, e ha definito «inutile» la composizione del gruppo di contatto di Minsk.



Da parte sua, il presidente russo, Vladimir Putin, ha accusato Kiev dello spargimento di sangue. «La responsabilità - ha detto durante una sessione del Consiglio di sicurezza nazionale a Mosca - è di quelli che hanno dato gli ordini criminali».




Diciotto militari ucraini sono stati uccisi e 235 sono rimasti feriti nei combattimenti nel Donbass tra il 17 e il 22 gennaio. Lo riferisce il ministero della Difesa di Kiev, precisando che le truppe ucraine hanno anche perduto un carro armato, sette blindati, due cannoni Mt-12 e sette auto. Secondo alcuni osservatori, i bilanci dei caduti forniti negli ultimi giorni dalle autorità ucraine riportano numeri inferiori rispetto alle reali perdite dei governativi.



Mogherini L'attacco a Mariupol «è una ulteriore escalation del conflitto che ha conseguenze tragiche per la popolazione che già soffre da tempo e potrebbe inevitabilmente portare ad un ulteriore deterioramento delle relazioni Ue-Russia»: così l'alto rappresentante della politica estera Ue Federica Mogherini. «Chiedo apertamente alla Russia di usare la sua influenza considerevole sui leader separatisti per fermare ogni forma di sostegno militare, politico e finanziario», ha detto al Mogherini in una nota. «Questo eviterebbe conseguenze disastrose per tutti, i responsabili dell'escalation devono fermare la loro azione ostile e dare seguito ai loro impegni», conclude. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero