Turchia, sale la tensione per le elezioni. Erdogan: «La bandiera islamica sventoli su Gerusalemme»

Turchia, sale la tensione per le elezioni. Erdogan: «La bandiera islamica sventoli su Gerusalemme»
Domenica la Turchia andrà alle urne per le elezioni politiche. E il presidente Recep Tayyip Erdogan, temendo di poter perdere il potere che mantiene fin dal 2002, ha alzato il...

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Domenica la Turchia andrà alle urne per le elezioni politiche. E il presidente Recep Tayyip Erdogan, temendo di poter perdere il potere che mantiene fin dal 2002, ha alzato il tiro della campagna elettorale.




Tanto che sabato scorso, durante una monumentale manifestazione per celebrare il 562esimo anniversario della conquista di Istanbul da parte degli ottomani, è tornato a parlare di «liberazione di Gerusalemme».



«Conquista vuol dire issare di nuovo la bandiera islamica su Gerusalemme, vuol dire raccogliere l'eredità di Maometto e spingere la Turchia a rialzarsi», ha gridato Erdogan alla folla. Come riporta Ynetnews.com, il presidente ha infatti voluto fare un parallelismo tra la conquista di Gerusalemme e di Costantinopoli ai crociati da parte di Saladino e le prossime elezioni turche.



Una questione sulla quale Erdogan sta puntando molto ultimamente, probabilmente con l'obiettivo di risvegliare nella popolazione dei sentimenti nazionalistici. Il discorso del presidente segue di pochi giorni l'inaugurazione di un nuovo aeroporto nel sud della Turchia, che il Primo Ministro Ahmet Davutoğlu ha voluto dedicare proprio a Saladino. Davutoğlu ha motivato la decisione dicendo che
«il nome di Saladino è un simbolo che unisce i curdi, i turchi e gli arabi. Coloro che affermano che Gerusalemme è la città santa per gli ebrei dovrebbero vergognarsi. Abbiamo scelto il nome di Saladino per inviare un messaggio, e cioè che Gerusalemme apparterrà sempre ai musulmani».



«Nessuno sa quali saranno i prossimi colpi di scena, se saranno sotto o sopra la cintura» avverte l'analista Murat Yetkin a pochi giorni dalle cruciali politiche turche di domenica. Il clima si è fatto pesante. E fra le voci che si rincorrono c'è anche quella di un blitz del presidente, che potrebbe riaprire al culto musulmano la Basilica di Santa Sofia di Istanbul, simbolo mondiale della Cristianità d'oriente. L'opposizione teme che il partito islamico Akp di Erdogan sia pronto a tutto per mantenersi al potere. Secondo il leader curdo Selahattin Demirtas l'Akp avrebbe creato squadre speciali di 3500 persone per organizzare le frodi. Il premier Ahmet Davutoglu ha negato. La ong "Oy ve Otesi" nata durante la rivolta di Gezi Park, ha annunciato che decine di migliaia di volontari presidieranno i seggi. Molti elettori dicono che la sera andranno a sorvegliare le "loro" urne durante lo spoglio. Chp, Mhp e Hdp, i tre partiti di opposizione, manderanno decine di migliaia di osservatori. Il 43% della popolazione pensa che le elezioni
«non saranno oneste».



Nelle urne è in gioco per la prima volta da 13 anni il potere del 'sultanò di Ankara. Gli istituti di sondaggio indipendenti danno l'Akp in forte calo, fra il 39% e il 44% contro il 50% alle politiche del 2011 e il 52% alle presidenziali del 2014, davanti al Chp di Kemal Kilicdaroglu al 26-28%, al Mhp di Devlet Bahceli al 15-18% e al Hdp di Demirtas, "l'Obama curdo", fra il 9% e il 12%. Il voto per l'Hdp sarà decisivo. Se supera il 10%, sotto il quale non si entra in parlamento, per Erdogan e l'Akp potrebbero essere guai.



Il partito islamico non otterrebbe 330 seggi su 550, chiesti dal "sultano" per imporre un regime super-presidenziale e concentrare tutti i poteri nelle proprie mani. L'Akp potrebbe anche restare sotto la maggioranza di 276 voti, e non potrebbe formare il governo da solo. Dovrebbe cercare di allearsi con Chp, Mhp o Hdp, che finora hanno escluso compromessi con il
«dittatore» Erdogan accusando il suo partito di corruzione. L'opposizione, al contrario, potrebbe tentare una coalizione di governo se i numeri lo consentissero. Costringendo Erdogan a una coabitazione che metterebbe a rischio il sistema di potere costruito dal 2002.



Nonostante la costituzione che gli impone di essere imparziale e le dure polemiche dell'opposizione -
«non lo riconosco come presidente» tuona Bahceli, «il posto di capo dello stato è vacante» protesta Kilicdaroglu - il presidente fa comizi su comizi.



Invocando il Corano e la passata "grandeur" ottomana per fare tornare gli elettori nazionalisti e curdi islamici tentati da Mhp e Hdp e attaccando stampa e oppositori. Da qui al voto può ancora succedere di tutto, replicano questi ultimi. Forse anche l'annuncio che Santa Sofia possa ridiventare moschea, come fu dal 1453, dopo la conquista di Costantinopoli, fino al 1935. Un video Akp per il 562mo della conquista invita alla preghiera da uno dei suoi minareti. E ieri a migliaia hanno pregato davanti alla basilica invocandone il ritorno all'Islam.
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Il Messaggero