Tunisia, selfie sulla spiaggia della strage: bufera su un politico inglese

Tunisia, selfie sulla spiaggia della strage: bufera su un politico inglese
In posa con un selfie-stick sul luogo della strage in Tunisia. È bufera in Gran Bretagna dopo che un candidato laburista alle ultime elezioni, Amran Hussain, 29 anni, si è...

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In posa con un selfie-stick sul luogo della strage in Tunisia. È bufera in Gran Bretagna dopo che un candidato laburista alle ultime elezioni, Amran Hussain, 29 anni, si è scattato una foto sulla spiaggia di Marhaba Beach a Sousse, dove venerdì 38 persone sono state uccise in un attentato terroristico:.


Occhiali da sole e braccio allungato per immortalare il momento, si è immortalato mentre i suoi amici deponevano un corona di fiori alle sue spalle vicino al luogo dell'attacco. Hussain si trovava in vacanza con loro all'hotel Palmarina, vicino al Riu Imperial Marhaba dove è avvenuta la strage: nessuno di loro era presente alla scena, ma uno ha raccontato di aver sentito gli spari dal balcone. Poche ore dopo erano tutti insieme sulla spiaggia a scattarsi un selfie.



Il gesto, giudicato di cattivo gusto, è stato duramente criticato sui social media e Hussain, che lavora come funzionario del servizio sanitario nazionale (Nhs), ha tentato di giustificarsi affermando che il suo era un omaggio alle vittime dell'attentato. «I selfie non sono vietati. Io non ci vedo nulla di male – ha detto rispondendo alle polemiche - Non volevamo catturare un momento felice, siamo stati molto in difficoltà dopo quello che è successo e siamo andati su quella spiaggia per solidarietà. Abbiamo deposto dei fiori, abbiamo pregato e abbiamo scritto un omaggio a coloro che hanno perso la vita in questo massacro orribile. Sono stati giorni sconvolgenti, volevamo avere un ricordo di quanto era accaduto e ho usato il bastone da selfie che porto sempre con me. Il nostro era un tributo alle vittime e il nostro gesto è stato decontestualizzato». Ma la polemica non si è arrestata e le critiche hanno continuato a fioccare sui social.



«È una vergogna. Le famiglie non hanno neanche fatto a tempo a entrare in lutto e già c’era chi scattava dei selfie» ha scritto Michael Wilton su Twitter. «Un atteggiamento assolutamente spudorato per un candidato laburista» ha commentato Alice Simmonds, riprendendo le parole di chi ha condannato il gesto definendolo disgustoso. «C'è una linea sottile tra utilizzare la libertà di espressione e ferire i sentimenti altrui: bisogna fermare la pubblicazione dei selfie in spiaggia» ha postato Othmani Rabeb.



Hussain, ormai tornato nel Regno Unito, ha tentato una nuova difesa su Facebook: «Siamo partiti dalla Tunisia con una sensazione di tristezza nel cuore, ma non permetteremo alla paura di dettare le nostre vite. La Tunisia è un posto bellissimo con persone gentili e pacifiche. Ci siamo recati sulla spiaggia per rendere omaggio a coloro che hanno perso la vita. Il mio pensiero va a tutte le persone che sono morte e alle famiglie tunisine che risentiranno negativamente di quanto è successo perdendo una fetta di turismo. Non dobbiamo cedere ai terroristi, tornerò in Tunisia». Ma finora nessuna parola detta da Hussain è riuscita ad attenuare la polemica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero