Tunisi, prima donna sindaco: «Un orgoglio per tutte»

Tunisi, prima donna sindaco: «Un orgoglio per tutte»
Una bassa partecipazione al voto, ma un successo per le donne. In Tunisia solo un elettore su tre, il 34%, è andato a votare per le prime elezioni comunali a sette anni...

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Una bassa partecipazione al voto, ma un successo per le donne. In Tunisia solo un elettore su tre, il 34%, è andato a votare per le prime elezioni comunali a sette anni dalla Rivoluzione dei gelsomini, ma chi lo ha fatto ha premiato le donne nelle urne: in molte andranno infatti a sedere sulla poltrona di sindaco, anche nella capitale. E non è solo merito delle «quote rosa», che imponevano il 50% di componenti di sesso femminile in lista, ma anche della loro determinazione nell'imporsi in un mondo tradizionalmente maschilista.


Caso emblematico quello della farmacista 54enne, votata alla politica con il partito islamico Ennhadha, Souad Abderrahim, che diventerà la prima sindaca di Tunisi. Souad non porta il velo, indossa spesso il tailleur, ha puntato tutto sulla lotta alla discriminazione di genere. E ha dedicato la sua vittoria a tutte le donne tunisine. «Come donna, la mia presenza potrebbe essere una garanzia, una salvaguardia per i nostri diritti», dichiarava nel 2011 preparandosi a fare parte dell'Assemblea che avrebbe redatto la nuova Costituzione tunisina. E ora lo conferma da sindaca eletta: «Essere il primo sindaco donna di Tunisi è un orgoglio per tutte le donne tunisine». Ma come lei tante altre, e di diversi schieramenti, siederanno nei consigli comunali delle varie città del Paese nordafricano lottando per le loro idee.

Lo farà Rawdha Zaouchi, della lista indipendente «La Marsa Change», vincitrice a La Marsa, vicino alla capitale, orgogliosa di aver portato a termine una campagna elettorale non facile contro ogni pronostico e lontano da ogni ideologia di partito. È vero che la Tunisia presenta sulla delicata questione della parità di diritti uomo-donna la legislazione più evoluta tra i Paesi del mondo arabo, ma sul piano pratico tale enunciazione teorica viene spesso vanificata dalla prassi quotidiana. Proprio per questo possono gioire di tale successo elettorale tutte le donne del Paese.


E finalmente tra pochi giorni Bochra Bel Haj Hamida, alla guida della Commissione delle libertà individuali e dell'uguaglianza di genere presso la presidenza della Repubblica tunisina, potrà consegnare al presidente, Beji Caid Essebsi, una relazione dettagliata con proposte e raccomandazioni sulle riforme legate alla libertà e all'uguaglianza tra uomo e donna. La presentazione del rapporto prevista per febbraio era stata rinviata a dopo le elezioni comunali, proprio perché un tale «progetto di civiltà non dovesse essere oggetto di tensioni partigiane ed elettorali». Ora forse i tempi sono maturi.
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Il Messaggero