Donald Trump incontra Vladimir Putin nell'attesissimo faccia a faccia di domani a Helsinki con una convinzione ben precisa: il vero «nemico» dell'America dal...
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Insomma, come si era ben capito, Trump cerca altri interlocutori rispetto agli alleati tradizionali, pur frenando le aspettative anche sul summit con Putin. «Niente di male, forse qualcosa di buono» verrà fuori dall'incontro di domani. «Non vado con grandi aspettative», ha messo le mani avanti in un'intervista rilasciata alla Cbs dal suo resort golfistico di Turnberry, in Scozia, prima di volare verso la capitale finlandese. Però ha insistito che intanto vedersi è un passo avanti: «Il colloquio con il presidente Kim lo è stato», ha ricordato, tornando sulla storica stretta di mano di Singapore. «Sfortunatamente - si è comunque lamentato - non importa quanto farò bene al summit. Se anche mi venisse data la grande città di Mosca come ricompensa per i peccati e il male commesso dalla Russia negli anni, tornerei accolto dalle critiche sul fatto che non è abbastanza, che avrei dovuto avere anche San Pietroburgo! Parte dei nostri media sono davvero nemici del popolo e tutto ciò che i democratici sanno fare è resistere e fare ostruzionismo».
Alla vigilia dell'incontro Trump però qualche promessa la concede. E sotto la pressione innescata a Washington dall'incriminazione di 12 agenti russi nell'ambito dell'inchiesta sul Russiagate, ancora alla Cbs rivela che intende sollevare la questione della loro estradizione. La tempistica dell'incriminazione chiesta dal procuratore speciale Mueller è stata d'altra parte clamorosa, con i democratici che hanno prima intimato di cancellare il faccia a faccia, per poi inviare una lettera - sottoscritta da otto senatori - esortando il presidente a chiedere allo zar di consentire che i russi incriminati siano giudicati negli Stati Uniti. Possibilità di successo: zero. A poche ore dal via comunque, ancora poco trapela a Washington sui punti nell'agenda del colloquio. Nulla dalla Casa Bianca, se non che si tratterà di un incontro «non strutturato», stando al consigliere per la sicurezza Nazionale John Bolton, che ha precisato: «Non guardiamo ad un concreto obiettivo finale». E non è chiaro se abbia sortito qualche effetto l'esortazione da parte dei senatori democratici affinché il tycoon non veda Putin da solo ma alla presenza di altri esponenti americani.
Secondo l'ambasciatore Usa a Mosca Jon Huntsman, la speranza è che Trump e Putin abbiano «una conversazione dettagliata su dove si possano individuare interessi coincidenti e condivisi», ha detto alla Nbc.
Il Messaggero