La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum sulle trivelle: il quesito riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti...
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I quesiti referendari proposti erano in tutto sei. In un primo tempo l'Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione li aveva accolti tutti. Ma il governo ha introdotto una serie di norme nella legge di Stabilità che hanno messo mano alla materia, ribadendo il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia mare. La Cassazione ha dovuto quindi nuovamente valutare i referendum e a quel punto ne ha ritenuto ammissibile solo uno, il sesto: il quesito riguarda nello specifico la norma che prevede che i permessi e le concessioni già rilasciati abbiano la «durata della vita utile del giacimento». Oggi c'è stato l'esame della Corte Costituzionale, che pure ha ritenuto ammissibile solo questo referendum, per l'abrogazione della norma. In un primo tempo le Regioni promotrici erano dieci, ma nei giorni scorsi l'Abruzzo ha scelto una diversa strategia e ha abbandonato la campagna referendaria.
Le Regioni, dunque, cantano vittoria. Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, Pd, annuncia che «la campagna referendaria inizia da subito» e dice al premier Renzi che «dev'essere contento perchè quando il popolo irrompe sulla scena della democrazia, chi è iscritto al Pd dev'essere contento per definizione». Il presidente leghista del Veneto, Luca Zaia, dichiara che ora «i cittadini potranno dire no a una sciagura». Dalla Basilicata, capofila delle regioni referendarie, il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, Pd, parla di «importante passo avanti» e «vittoria degli enti locali a difesa dei principi costituzionali e dei diritti dei cittadini».
Si apre un altro fronte per il governo, dopo la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare ammissibile il referendum anti-trivelle sulla durata delle licenze: o esecutivo e parlamento metteranno mano alla materia - spiega l'avvocato Stelio Mangiameli, che ha rappresentato le istanze delle nove Regioni promotrici - oppure la consultazione referendaria ha ormai la strada spianata.
Il Messaggero