Ma il trasporto su ferro resta fra i più sicuri

Ma il trasporto su ferro resta fra i più sicuri
L’incidente ferroviario di Pioltello con il deragliamento del treno regionale Trenord Cremona - Milano Porta Garibaldi, che ha provocato morti e feriti, ha aperto le...

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L’incidente ferroviario di Pioltello con il deragliamento del treno regionale Trenord Cremona - Milano Porta Garibaldi, che ha provocato morti e feriti, ha aperto le polemiche sullo stato delle infrastrutture italiane in generale e su quelle ferroviarie in particolare. Alla tragedia sono seguite molte dichiarazioni che sollevano tanti interrogativi circa lo stato delle infrastrutture, come è anche logico e giusto che sia.


La sicurezza ferroviaria è al centro dell’attenzione degli operatori ferroviari, ma è necessario al tempo stesso valutare con dati precisi e incontestabili se tali obiettivi sono raggiunti o meno. Il rischio zero non esiste o quasi, ma è bene ricordare i dati di incidentalità per i diversi mezzi di trasporto. 
Analizzando i dati dell’Agenzia Europea del settore ferroviario e di Eurostat, si evidenzia che proprio il sistema ferroviario sia, insieme a quello aereo, il più sicuro in termini di incidentalità. È risaputo che l’utilizzo di autovetture è molto pericoloso e il costo sociale degli incidenti è molto elevato. Confrontando i dati, l’utilizzo dell’auto è 36 volte più insicuro dell’utilizzo del treno.

Nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014 l’indice di incidentalità per i passeggeri ferroviari è stato pari a 0,12 per miliardo di passeggeri chilometro, contro gli oltre 4,3 del settore stradale. Questo dato comprende solo i passeggeri a bordo dei treni e delle auto e non include pedoni o ciclisti.
Il settore ferroviario, è giusto ricordare, al suo interno ha una vera e propria eccellenza. È vero che il rischio zero è impossibile da raggiungere, ma nei 54 anni di storia dell’alta velocità mondiale, si è registrato in esercizio un solo grave incidente ferroviario in Cina pochi anni fa.
È forse ancora più importante sottolineare che nei sistemi ad Alta Velocità in esercizio commerciale in Europa non si sono avuti incidenti gravi negli ultimi anni.

Anche il tristemente famoso incidente di Santiago De Compostela in Spagna è avvenuto su una tratta non AV e le cause accertate dell’incidente sono da ascriversi all’eccessiva velocità. Nel sistema AV italiano una situazione del genere avrebbe visto il treno bloccarsi automaticamente.
La critica che spesso si muove è che tutti gli investimenti vadano verso l’alta velocità e invece sul settore regionale il gestore dell’infrastruttura non investa abbastanza. Ma è davvero così? Ancora una volta sono i dati a rispondere. 
In realtà l’Agenzia Europea per il settore ferroviario (European Union Agency for Railways) mostra che, sia per quanto riguarda l’alta velocità che i treni regionali, l’Italia è uno dei Paesi più sicuri, con indici migliori anche della Francia. Il numero di passeggeri coinvolti in incidenti ferroviari in Italia viene dopo solo a sistemi quali quello svedese, olandese o del Regno Unito.
È anche evidente che la separazione ferroviaria tra gestore dell’infrastruttura e operatori ferroviari non ha alcun impatto sull’incidentalità e anzi proprio Svezia e Gran Bretagna che vedono attuata questa separazione, hanno tra gli indici migliori.

Un altro dato importante da ricordare è quello che il settore regionale in Italia riceve molti sussidi, in crescita del 40 per cento dal 2007 al 2016 (bilancio Trenitalia), pur in presenza di un’offerta pressoché stagnante. Questo avviene in un contesto senza alcuna competizione e con Trenitalia che opera nel settore regionale con margini ormai superiori all’alta velocità.
Inoltre Rfi, il gestore dell’infrastruttura, continua a macinare grandi utili, circa 200 milioni di euro l’anno. Nonostante questi numeri incontestabili, un’altra critica mossa è quella che il sistema stia peggiorando la propria sicurezza, visto anche quanto successo negli ultimi anni. In realtà anche in questo caso è possibile dimostrare che gli incidenti sono in diminuzione nel corso degli anni.
Il dato ufficiale è dell’Agenzia nazionale della Sicurezza Ferroviaria e mostra un trend in decrescita per il numero di incidenti significativi sulla rete Rfi. Se nel 2005 e 2006 gli incidenti significativi erano stati oltre 130, nel biennio 2015 e 2016 (ultimi dati disponibili) il numero è sceso sotto la barriera dei 100 incidenti con un minimo proprio nel 2016 con 92 incidenti.

Il dato è ancora più significativo poiché il traffico sta aumentando negli ultimi anni, anche grazie all’entrata della concorrenza nel settore ad alta velocità. Se andiamo a vedere quanto successo nel caso di Pioltello, sembrerebbe (il condizionale è doveroso in questo momento) che il gestore dell’infrastruttura si è accorto che qualcosa di sbagliato stavo succedendo al treno deragliato e per questo motivo abbia bloccato tutti gli altri treni evitando di fatto una tragedia ancora superiore.

Il rischio zero purtroppo non esiste nel settore dei trasporti, ma è dimostrato che il settore ferroviario rimane tra i più sicuri e l’alta velocità in particolare il segmento più sicuro al mondo. Al netto delle polemiche, l’Italia rimane dunque un Paese relativamente sicuro nell’ambito europeo per quanto riguarda il settore ferroviario con un trend di incidenti in costante diminuzione.


* Docente di Economia dei trasporti all’università Milano Bicocca
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Il Messaggero