Chi non aveva i soldi per affrontare il viaggio in barca per l'Italia «veniva ucciso, gli venivano prelevati gli organi che poi venivano venduti ad alcuni mercanti...
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A raccontare i particolari di questo presunto traffico di organi è un collaboratore di giustizia che già nell'operazione 'Glauco 2', che aveva portato all'arresto di 24 persone, aveva aiutato i magistrati di Palermo a fare luce su un traffico di esseri umani. Nuredin Wehabrebi Atta, 32 anni, il pentito, è un trafficante eritreo arrestato nel 2015. Subito dopo l'arresto ha deciso di vuotare il sacco e di raccontare il funzionamento del traffico di esseri umani. L'indagine è coordinata dal Procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai pm Gery Ferrara, Claudio Camilleri e Annamaria Picozzi.
Subito dopo avere deciso di collaborare con i magistrati della Procura di Palermo, l'ex trafficante di esseri umani Nuredin Weharabi Atta, aveva messo a verbale: «Ho deciso di collaborare perché ci sono stati troppi morti ed in particolare quelli di Lampedusa del 3 ottobre 2013, su cui io non c'entro nulla ed anche numerosi altri. Anzi preciso che i morti di cui si viene a conoscenza sono una minima parte tant'è che in Eritrea otto famiglie su dieci hanno avuto delle vittime dovute ai viaggi dei migranti». L'uomo aveva quindi aiutato gli inquirenti a fare luce su quanto accaduto nel naufragio del 2013 costato la vita a 366 persone. Nell'operazione 'Glauco 1', del giugno 2014, la Polizia di Stato di Palermo aveva ricostruito le rotte e le tappe intermedie dei viaggi dei migranti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero