Non c'è una lite in strada ne un omicidio di camorra ma un drammatico incidente tra amici dietro l'assurda morte di Pietro Spineto, il 19enne ucciso ieri sera in vico...
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Il ragazzino - si tratta di un minorenne della zona, che conosceva davvero molto bene la vittima - si è costituito nella notte alla polizia. E' sotto choc, fortemente provato, ma ha trovato la forza per raccontare nei minimi dettagli cosa è successo ieri sera. Erano le 20 e i due amici stavano facendo un giro nel quartiere, un rione difficile dove la criminalità organizzata abita a due passi da famiglie per bene. I due amici hanno rinvenuto una pistola, una semiautomatica che al momento gli agenti stanno ancora cercando di rintracciare.
Hanno iniziato a giocare con l'arma, con la curiosità e l'imprudenza di due ragazzini che per la prima volta si trovano a maneggiare una pistola vera. Per non essere scoperti, i due si sono rintanati nei pressi della casa di Pietro Spineto, nell'androne del palazzo al civico 15 dove il giovane viveva con la sua famiglia. Ed è proprio mentre provavano a capire come funzionava la semiautomatica che accidentalmente è partito un colpo. In quel preciso momento la pistola si trovava nelle mani del minorenne. Così Pietro Spineto è stato raggiunto alla testa, frontalmente, un unico colpo da distanza ravvicinatissima: per lui nessuno scampo.
La versione fornita dal ragazzino sembra trovare i primi riscontri: il minore al momento è stato denunciato in stato di libertà per omicidio colposo. Ma le indagini della polizia proseguono per cercare prove a sostegno della confessione dell'amico di Pietro Spineto.
Intanto sui social amici, parenti e semplici conoscenti del 19enne di vico Bufale da ieri sera lasciano messaggi d'addio a Pietro mentre il Rio e l'intera città ancora non riescono ad accettare l'accaduto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero