BOLOGNA - C'è anche la tomba di Dante tra i possibili obiettivi dell'Isis. Il mausoleo si trova nel cuore di Ravenna, nella "zona del silenzio" che va da piazza San...
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LE INDAGINI
Nella città romagnola le indagini anti terrorismo hanno dato ottimi frutti grazie anche alla nuova legge entrata in vigore il 15 aprile scorso che punisce reclutatori e arruolati: sette foreign fighters individuati dalla Digos, di cui tre morti in Siria, uno arrestato il 22 aprile, poco prima di partire ma già arruolato e attivo sui social dove immaginava la bandiera nera di Allah sventolare sulla Torre di Pisa, e altri tre di cui non si sa più nulla. A Ravenna c'è la seconda più grande moschea d'Italia, è una città con un altissima qualità della vita, in cima alla classifica del Sole 24 ore l'anno scorso, e che negli ultimi anni ha accolto tantissimi profughi, buona parte di quei delusi delle primavere arabe. Una città modello dove però è riuscito a germinare il virus della guerra santa.
“SFREGIO” ALL'INFERNO
Perché Dante? E perché la sua tomba? Il poeta incontra Maometto nella Commedia. Il profeta dell'Islam compare tra i seminatori di discordia che nel ventottesimo canto dell'Inferno sono puniti da un diavolo armato di spada che li fa letteralmente a pezzi. Maometto è visto come minatore dell'unità impero cristiano. È "storpiato" come si descrive lui stesso parlando in terza persona nel trentunesimo verso ed è raffigurato come un dannato che avanza ed è tagliato dal mento sino all'ano con le interiora che gli pendono tra le gambe, con il cuore e lo stomaco visibili. Secondo la tradizione medievale dell'Occidente il profeta era in origine un prete cristiano che ha allontanato dalla vera fede. Nei versi c'è anche Alì: cugino, genero e primo discepolo di Maometto e compare anche lui tagliato dal mento alla fronte. Sui social non è difficile captare frasi ambigue: digitando "Dante" ricorre, in alcuni profili di lingua araba, l'accenno allo "sfregio" della Divina Commedia. La filologia e la simbologia religiosa, insomma, sono entrati a pieno diritto nelle analisi degli esperti che stanno valutando tutti i possibili obiettivi dei terroristi. Ecco perché a Ravenna si tiene monitorata la tomba di Dante e anche altri siti Unesco che fanno parte del patrimonio della cristianità. Ravenna come Verona, Firenze (soprattutto Palazzo Pitti) e Roma (compreso il Vaticano), le città più dantesche e più impegnate a celebrare il 750esimo anniversario della nascita del poeta. Nella lista inviata dal capo della polizia, Alessandro Pansa, c'è anche la Basilica di San Petronio a Bologna (già in passato nel mirino dei terroristi), contentente un affresco su Maometto, la Basilica di San Marco a Venezia, il Santuario del Sacro Spreco a Subiaco (Roma)e l'Oratorio del Rosario di Santra Cita a Palermo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero