Turchia: «Due colonnelli sono fuggiti in Italia. Già informate le autorità a Roma»

Cavusoglu
Due addetti militari turchi di base in Grecia sono fuggiti in Italia dopo il fallito golpe in Turchia dello scorso 15 luglio. Lo ha affermato il ministro degli Esteri turco Mevlut...

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Due addetti militari turchi di base in Grecia sono fuggiti in Italia dopo il fallito golpe in Turchia dello scorso 15 luglio. Lo ha affermato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu parlando all'emittente Ntv. Secondo il ministro, le autorità greche hanno concluso che i due addetti militari sono fuggiti dalla Grecia via nave il 6 agosto portando con loro le famiglie. Cavusoglu ha aggiunto che uno dei due militari ha un fratello in Olanda e che della vicenda sono state informate sia le autorità italiane che quelle olandesi.


Il sito web del giornale turco Hurriyet diffonde i nomi dei due addetti militari dell'ambasciata turca ad Atene che sarebbero fuggiti dalla Grecia all'Italia, «il colonnello Ilhan Yasitli e il colonnello Halis Tunc» e scrive che «sono spariti con le loro famiglie il 10 agosto dopo che il 7 agosto il ministero degli Esteri greco ha revocato le credenziali ai due soldati su richiesta del ministero degli Esteri turco». «Il fratello del colonnello Halis Tunc vive in Olanda. Stiamo valutando la possibilità che possano essere fuggiti là», ha detto Cavusoglu alla tv.

Intanto, dopo il vertice a San Pietroburgo che ha sancito il suo riavvicinamento a Putin, Erdogan ha lanciato un ultimatum agli Usa: «Prima o poi gli Usa dovranno fare una scelta. O Gulen o noi», ha detto davanti a migliaia di sostenitori ad Ankara, dopo le richieste sull'estradizione dell'ex imam, accusato di aver orchestrato il fallito golpe del 15 luglio scorso.

«La Turchia potrebbe cercare altre opzioni al di fuori della Nato per la cooperazione nel settore della Difesa», ha detto il ministro degli Esteri Cavusoglu, in un'intervista alla Ntv tv. «Tuttavia, - ha poi precisato - la nostra prima opzione rimane sempre quella della cooperazione con gli alleati della Nato»
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Il Messaggero