VICENZA - Una coppia di coniugi è stata condannata in tribunale a 8 mesi di reclusione per soppressione, distruzione o occultamento del testamento olografo redatto da...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ambretta Brogliato, scomparsa il 30 ottobre 2010, nel maggio 1997 aveva redatto e depositato da un notaio un testamento in lasciava tutti i suoi beni (due immobili e un deposito bancario) ai nipoti Gianfranco Piola di 77 anni e la moglie Francesca Vaccari, residenti in città. Il 12 ottobre 2010, 18 giorni prima di morire, Ambretta Brogliato scrisse un’integrazione olografa al testamento per lasciare 100 mila euro in contanti all’amica Liliana Rodella, ora 75enne, consegnandole una fotocopia.
L’originale era stato inserito nel plico della copia del testamento conservato in casa. Con la morte di Ambretta Brogliato i coniugi Piola pubblicarono il testamento come unici eredi, ma Liliana Rodella contestò il testamento, con la fotocopia del testamento olografo tra le mani.
I coniugi Piola spiegarono di non saperne nulla dell’olografo ma la signora Rodella, seguita dall’avv. Andrea Letter, sporse denuncia per la soppressione del documento. In circa 2 anni di dibattimento in tribunale, sentite delle testimonianze compresa quella di una badante della defunta, i giudici si sono convinti dell’esistenza del testamento olografo, probabilmente soppresso dai coniugi Piola, per questo condannati a 8 mesi di reclusione e a versare a Liliana Rodella una provvisionale di 5 mila euro. Il risarcimento sarà quantificato in sede civile. Andrea Balbo, avvocato dei Piola, ha annunciato ricorso in Appello. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero