Si arricchisce sempre più di nuovi tasselli l'ultimo viaggio di Anis Amri, l'uomo ritenuto l'autore della strage di Berlino, mentre gli investigatori stanno...
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Da solo si trasferisce a piedi verso la vicina piazza Argentina, da dove partono i pullman sostitutivi della Linea 1 del metrò che porta a Sesto San Giovanni. Gli investigatori hanno accertato che sul bus Amri era solo. Sempre oggi si è avuta conferma di una sua sosta anche alla stazione ferroviaria di Bardonecchia, da dove è poi partito prima verso Torino Porta Susa, poi da Porta Nuova verso Milano. Gli inquirenti milanesi hanno acquisito anche le immagini delle telecamere di sicurezza della piccola stazione e hanno raccolto informazioni dal personale di Trenitalia in servizio giovedì sera. All'esame anche le immagini registrate dalle telecamere di Sauze D'Oulx e Torino Porta Susa: obiettivo non solo ricostruire il suo percorso, ma anche accertare se Amri abbia incontrato qualcuno in queste stazioni intermedie.
Proseguono intanto a Sesto i controlli, talvolta ben visibili, e la raccolta di testimonianze sul territorio. Servono per verificare se Amri avesse degli appoggi nella ex Stalingrado d'Italia, oppure se piazza Primo Maggio, davanti alla Stazione ferroviaria, sia stata solo un approdo per prendere il largo, forse verso il Sud Italia o il Medio Oriente. In questo senso potrebbero rivelarsi utili i dati che gli investigatori tedeschi hanno portato a Milano riguardo il telefono lasciato da Amri sul luogo della strage, mentre la tessera telefonica olandese che gli era stata trovata a Sesto era inutilizzata. Vanno di pari passo la valutazione e l'analisi di persone che gravitano attorno ad ambienti radicali islamici dell'hinterland milanese e in Lombardia.
Non sarebbero emersi legami evidenti di Amri con queste persone, ma una rilettura dei dati anche di inchieste ormai definite potrebbe anche semplicemente escludere che il tunisino potesse contare su appoggi logistici. Poi gli anni passati in carcere: attraverso i documenti del Dap si sta verificando dove si trovino diversi detenuti con cui in Sicilia Amri intrattenne dei rapporti. Spesso burrascosi, a cominciare da quello avuto con un detenuto ad Agrigento che lo descrisse come «un terrorista islamista che mi terrorizza per convertirmi all'Islam».
L'uomo dichiarò che Amri lo minacciò di tagliargli la testa «solo perché io sono cristiano».
Il Messaggero