Sei nominativi e il rischio di un attentato alla Sinagoga di Roma: non soltanto San Pietro, il Duomo e La Scala di Milano, nella segnalazione del Fbi inviata ai servizi segreti...
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IL RICERCATO
Nel frattempo, la caccia a quello che ufficialmente è ancora un ricercato per la strage di Parigi, ovvero Salah Abdeslam, è continuata, mentre dalla Grecia ci sono arrivate indicazioni di un suo passaggio in Italia dal primo al 5 agosto. L’uomo, di ritorno dalla Siria, sarebbe partito dal porto del Pireo con un traghetto, insieme con altre persone, e sarebbe arrivato in Puglia. La via meno controllata e più facile per raggiungere il Belgio.
Questa lunga serie di segnalazioni, con l’allerta che cresce ogni giorno, i militari armati lungo le strade delle nostre città, stanno avendo un effetto psicologico devastante sulla popolazione. Tanto che ieri i falsi allarmi sono stati ancora più numerosi, costringendo le forze dell’ordine a bloccare per ben tre volte e a evacuare, alcune stazioni della metropolitana di Roma. Prima chiusura nel tratto della metro A che arriva a Lepanto: uno zainetto dimenticato e un narghilè rotto hanno scatenato la paura. I controlli e la riapertura della stazione, però, non hanno tranquillizzato del tutto i passeggeri, visto che sui social c’è chi ha continuato a dire che era stata trovata una bomba.
Stessa scena poche ore dopo, per la metro C, a Torre Gaia, dove sono state segnalate due borse sospette. E un terzo blocco è avvenuto alla stazione Cornelia, dove nel vagone di un treno è stato segnalato un pacco sospetto. Quasi contemporaneamente a quello che succedeva nella Capitale, anche la linea gialla della metro, fermata Duomo di Milano, ha avuto la sua emergenza per una borsa sospetta abbandonata. Tutte segnalazioni, fortunatamente, false.
GLI ARRESTI
Da venerdì, poi, sono stati diversi i fermi effettuati dalla polizia aeroportuale per irregolarità sui passaporti. E ieri, due siriani sono stati arrestati all’aeroporto di Orio al Serio, a Bergamo, perché sui loro cellulari sono state trovate foto di guerra e dell’Isis. I due uomini sono stati fermati all’imbarco di un volo per Malta, per sospetti sui documenti: nonostante parlassero solo arabo, i passaporti che hanno mostrato agli addetti ai controlli erano uno austriaco e l’altro norvegese. Subito dopo, sui cellulari sono state recuperate immagini e video di guerra riconducibili all’Isis. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero