L'effetto Macron cala sul Consiglio europeo. Nel suo primo vertice partono la difesa integrata europea, la stretta sul terrorismo e il via libera al rinnovo delle sanzioni...
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E parte un giro di vite contro il terrorismo, in due mosse: da una parte si aumenta la presa sui 'foreign fighters' con nuove regole sullo scambio di informazioni nel sistema comune Sis, ma soprattutto i 28 lanciano la crociata contro la propaganda del terrore. L'appello ai big dei social media, da Twitter a Whatsapp, è fermo: l'industria del web «ha la sua responsabilità» nel dover aiutare a combattere il terrorismo e, dice Tusk a nome dei 28, deve «impedire» la diffusione dei messaggi del terrore, studiando il modo per «rimuovere automaticamente i contenuti» e adattare i sistemi crittografici end-to-end come quello di Whatsapp. Obiettivo, garantire la privacy dei cittadini ma permettere alle autorità, se necessario, di intercettare i terroristi. Se non lo fanno volontariamente, Bruxelles potrebbe deciderlo per legge Ue. Già dai primi passi nell'Europa Building Macron dà la sensazione di esserci sempre stato. Un piglio che colpisce anche un navigato osservatore come il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani: «Subito a suo agio». Il francese ripete una frase rara a questi vertici: «Sono contento di essere qui».
Al momento della conferenza stampa finiscono anche i posti in piedi per ascoltarlo. «Desideriamo lavorare insieme, io e la cancelliera Merkel, a una roadmap sul futuro dell'euro e dell'eurozona», dice dopo dieci anni di austerity "made in Germany". «Ha dato input molto importanti, Francia e Germania si sono preparati bene per questo incontro, dimostrando volontà di rapidi progressi», gli ha risposto dalla sala accanto Angela Merkel. Certo, restano le solite divisioni sull'immigrazione. La riforma del regolamento di Dublino, che doveva essere fatta in questo vertice, è rimandata. La Commissione così è invitata a studiare forme alternative per la «condivisione del fardello» con Italia e Grecia. Tra le idee, secondo fonti diplomatiche, quella di una cooperazione fra tutti i paesi della sponda nord (quindi anche Francia e Spagna) per ricevere i migranti raccolti in acque internazionali da Ong, dall'operazione Triton di Frontex e dall'Operazione Sophia.
Paolo Gentiloni, che prima di cominciare ha un bilaterale con Juncker, chiede «più impegno», ovvero essenzialmente più finanziamenti al fondo per l'Africa istituito a La Valletta.
Il Messaggero