Terrorismo, 4 marocchini espulsi a Bologna. Alfano: violenti estremisti

Terrorismo, 4 marocchini espulsi a Bologna. Alfano: violenti estremisti
La Digos di Bologna sta dando esecuzione ad un provvedimento di espulsione su disposizione del Ministero dell'Interno, nei confronti di quattro marocchini, indagati in...

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La Digos di Bologna sta dando esecuzione ad un provvedimento di espulsione su disposizione del Ministero dell'Interno, nei confronti di quattro marocchini, indagati in un'inchiesta sul terrorismo islamico della procura. Nel corso di perquisizioni era stato trovato in loro possesso materiale di carta e video, inneggiante alla jihad. Nell'inchiesta, che coinvolge una decina di persone, la Procura aveva chiesto tempo fa una misura cautelare, rigettata dal Gip.




Il provvedimento d'espulsione dei marocchini è stato firmato dal ministro dell'Interno che ha ritenuto sussistente pericoli per la sicurezza visti presunti legami dei quattro con il terrorismo. Erano infatti stati oggetto di un'indagine pregressa, partita da perquisizioni del 2012. Erano tutti indagati dal Pm Enrico Cieri per addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270 quinquies del c.p.).



Nelle perquisizioni era stato anche trovato del materiale inneggiante alla jihad, che aveva portato appunto alla richiesta al gip dell'emissione di misure cautelari. Le misure erano state chieste prima dell'estate ma erano state rigettate dal gip Letizio Magliaro a inizio settembre in considerazione del fatto che il materiale era stato scaricato da internet, e quindi non veniva ritenuto provato che fosse finalizzato ad una azione di indottrinamento jihadista.



Dopo il rigetto, però, dalla procura bolognese era partita la richiesta alla polizia giudiziaria, in questo caso la Digos, di individuare ogni modalità possibile per tutelare la sicurezza nel tempo più rapido. Questo perché oltre al materiale di propaganda trovato inizialmente si era poi trovato altro, come un libretto tecnico operativo per la guerriglia in città e indicazioni per la fabbricazioni di esplosivi, e questo è stato ritenuto dagli inquirenti, «un salto di qualità».



I quattro abitavano nella zona di Casalecchio di Reno, nel bolognese, e frequentavano un centro di preghiera in via Rigola. Uno dei quattro era ritenuto elemento 'guidà religioso. Nell'indagine c'era anche un quinto indagato, che nel frattempo risulta già partito per l'Iraq per combattere.




«Ho firmato questo decreto per motivi di sicurezza dello Stato. Si tratta infatti di quattro soggetti che, a vario titolo, hanno aderito e si impegnavano per la diffusione dell'estremismo violento», ha spiegato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.



«Uno - ha precisato - era l'informatico del gruppo, che diramava on line pratiche religiose e proclami ideologici di orientamento jihadista, canti celebrativi di atti di martirio, manuali sulle tecniche di combattimento e per la realizzazione di attentati. Un altro navigava sul web alla ricerca di contenuti inneggianti all'odio verso l'Occidente e celebrativi della violenza quale strumento di affermazione dell'Islam. Un altro ancora manifestava la sua adesione all'ideologia più radicale concorrendo alla diffusione di contenuti funzionali alla formazione operativa degli altri sodali. E infine l'ultimo era strettamente legato al primo, l'informatico, con il quale condivideva la visione estremista dell'Islam».



«Questi risultati - sottolinea il ministro - dimostrano che i nostri sistemi di sicurezza funzionano e che, attraverso la prevenzione, puntiamo ad abbassare l'incidenza del rischio, pur non potendo arrivare a livello zero. Ma il lavoro dei nostri uomini, della magistratura, di tutte le forze impegnate in questo contrasto senza precedenti, deve garantire ai cittadini che ogni cosa possibile per abbassare il livello del rischio sarà fatta e che noi non ci accontentiamo mai dei risultati raggiunti».
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Il Messaggero