Terremoto, il sindaco di Camerino: abbandonati a noi stessi

«Ho chiesto e sollecitato con una lettera l'intervento dell'esercito, ma non ho ottenuto risposta. Questa mattina ho chiesto al Comando provinciale dei vigili del fuoco di...

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«Ho chiesto e sollecitato con una lettera l'intervento dell'esercito, ma non ho ottenuto risposta. Questa mattina ho chiesto al Comando provinciale dei vigili del fuoco di informarmi sulle operazioni messe in atto dopo le scosse del terremoto e non solo non ho avuto risposta ma ho dovuto chiamare i carabinieri perché la lettera venisse presa in consegna. Quindi non sono in condizione di dire se ci siano stati altri crolli, perché non sono stato informato». È la denuncia del sindaco di Camerino Gianluca Pasqui.


«Non il terremoto, non la neve, ma la burocrazia. In questi mesi di forte emergenza - dice il sindaco di Camerino - non ho mai voluto lamentarmi, ho evitato ogni polemica e ho cercato sempre e solo di capire le difficoltà enormi con cui tutti facciamo i conti. Ma tutto ha un limite». «Una firma, un nullaosta dal Dicomac che manca - aggiunge Pasqui - sta tenendo sotto scacco un'intera popolazione che si ritrova a fare i conti con le difficoltà enormi dovute alla
straordinarietà di questa nevicata e ora del sisma. Siamo totalmente abbandonati a noi stessi». «Abbiamo 47 frazioni, di cui molte isolate. Con le nuove scosse - continua - la gente ha paura, e con la neve ha la sensazione di non poter scappare. Ci stanno già arrivando alcune richieste di cittadini di poter dormire fuori casa. Ma non vogliamo riaprire i centri di accoglienza. Vedremo dove sistemarli. Se sono pochi, forse nei container».


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Il Messaggero