Terremoto nelle Marche, torna la paura anche nelle casette

Il terremoto è tornato. Alle 5.11 una nuova scossa ha buttato giù dal letto chi ancora dormiva e alcuni mobili pensili appesi alle pareti delle casette Sae. Il...

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Il terremoto è tornato. Alle 5.11 una nuova scossa ha buttato giù dal letto chi ancora dormiva e alcuni mobili pensili appesi alle pareti delle casette Sae. Il "mostro", come ormai nel maceratese chiamano il terremoto, si è fatto sentire ancora. Non è ancora giorno quando i sismografi registrano la scossa di 4.6 di magnitudo con epicentro Muccia, borgo della fascia appenninica del Maceratese già messo a dura prova dagli eventi sismici del 2016.

 

«È un qualcosa che ti si annida dentro e che riesplode con tutta la sua forza ogni volta che la terra torna a tremare», spiega Giulia Cinga, mentre sistema il patio della casetta dove vive col marito. Luca Belardinelli è il fornaio del paese, lui la scossa l'ha vissuta in presa diretta: «Stavo infornando il pane quando le mura hanno cominciato a oscillare». Poco fuori dalla «zona rossa», di cui il borgo è tuttora prigioniero, c'è una signora che mette in salvo la sua auto togliendola dal garage che rischia di crollare alla prossima scossa. Si chiama Ebe Meo, è pensionata, ha la voce tremante e un unico desiderio: «Voglio andarmene da qui, non ce la faccio più a convivere col sisma».
 

Dopo la macchina, chiede a un poliziotto se può aiutarla a prendere dal garage anche due vasi di gerani. Mario Baroni, il sindaco, è tra la sua gente, risponde freneticamente al cellulare ed è preoccupato che la scossa «possa aver fatto nuovi danni alle abitazioni rimaste ancora in piedi». Chi non ha resistito all'ennesimo colpo del «mostro» è il piccolo campanile di Santa Maria di Varano, chiesa del '600 a ridosso del camposanto: una porzione è crollata sul tetto e sulla facciata si è aperta una crepa vistosa. Intanto arrivato notizie anche dalle aree delle casette, le Soluzioni abitative di emergenza. «Al boato del sisma si è aggiunto il rumore dei pensili piombati a terra, è stato un risveglio terrificante» racconta Fabrizio Capitani che vive in una Sae della frazione di Costafiore, che dal «punto preciso dove è stato localizzato l'epicentro dista un centinaio di metri». Stessa sorte è toccata ai mobili di Santa Tesei: «Sembrava che ci fosse stata un'esplosione». Ma i danni maggiori si contano a Pieve Torina: sei abitazioni lesionate ed evacuate. Ed è proprio nel Centro operativo comunale di questo paese che a metà mattinata si riunisce l'unità di crisi a cui partecipano i sindaci del territorio, il capo dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, la commissaria straordinaria alla ricostruzione Paola De Micheli e il governatore della Regione Marche Luca Ceriscioli.


Oltre un'ora di vertice per pianificare la gestione dell'ennesima emergenza e lanciare ancora una volta un invito alla gente a resistere «perché siamo pronti a garantire a tutti la massima assistenza e sicurezza». Intanto la terra continua a tremare e i boati che accompagnano le decine di scosse di assestamento mettono i brividi.
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Il Messaggero