Terremoto centro Italia, ferito ricoverato a Roma: «Sono vivo per miracolo»

«Sono vivo per miracolo. Mi ero alzato in piedi per vedere l'ora e in un attimo mi è crollato addosso il tetto di casa». A raccontarlo è Vincenzo,...

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«Sono vivo per miracolo. Mi ero alzato in piedi per vedere l'ora e in un attimo mi è crollato addosso il tetto di casa». A raccontarlo è Vincenzo, uno dei feriti del terremoto nel Reatino, ora ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma. «Mi ha fatto da scudo un armadio» ha detto ai parenti che erano con lui l'altra notte nella sua abitazione di S.Angelo, una frazione di Amatrice. «Abbiamo scavato a mani nude tra le macerie - ricorda il cognato Sandro Sartori - la sua camera è sprofondata di un piano. Vincenzo urlava 'non ce la faccio più'. Poi sono arrivati i vigili del fuoco che lo hanno estratto. Credo che sia stato sepolto sotto le macerie per circa cinque ore». 


«In questo momento il mio pensiero va a tutto il personale di Ares per la professionalità, l'abnegazione, la disponibilità e la generosità con cui ha affrontato e sta affrontando questa sfida impegnativa. Qualità che hanno fatto sì che la maggior parte dei feriti fosse trattata immediatamente dopo essere stata estratta dalle macerie e trasportata negli ospedali di riferimento e più appropriati per le cure entro le prime ore dal sisma». Lo dichiara il direttore generale dell'Ares 118 Lazio Maria Paola Corradi. «Un pensiero riconoscente ai piloti del l'eliambulanza che sin dalle primissime luci dell'alba hanno consentito alle equipe mediche e infermieristiche di raggiungere le località colpite anche in condizioni di viabilità interrotta e che hanno compiuto diverse missioni, trasportando 38 pazienti gravi, consentendoci in questo modo di salvare molte vite - aggiunge Corradi -. È in corso un grande lavoro di squadra frutto di impegno e addestramento costante».
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Il Messaggero