Terremoto, in ginocchio anche l'industria del prosciutto di Norcia

Terremoto, in ginocchio anche l'industria del prosciutto di Norcia
Non solo vite e abitazioni. Il terremoto che lo scorso 30 ottobre ha devastato l'Italia centrale ha colpito al cuore anche l'industria alimentare, su tutte quelle del...

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Non solo vite e abitazioni. Il terremoto che lo scorso 30 ottobre ha devastato l'Italia centrale ha colpito al cuore anche l'industria alimentare, su tutte quelle del celebre prosciutto di Norcia, tra le località maggiormente ferite dal sisma. 


«Non c'è rimasto assolutamente nulla, abbiamo perso tutto, ci servono acqua e recinti per gli animali», è l'appello degli imprenditori locali, i cui salumi hanno imbandito anche la tavola della Casa Bianca e sono stati particolarmente apprezzati da Barack e Michelle Obama.

Il terremoto ha messo in ginocchio un'industria che va dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal vitellone bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito fino al prosciutto di Norcia Igp che con una produzione di 2.350 tonnellate fattura oltre 50 milioni di euro. Il prosciutto di Norcia è un prosciutto crudo stagionato e per rispondere alle caratteristiche IGP deve essere prodotto nella zona che comprende i comuni di Norcia, Cascia, Preci, Poggiodomo, Monteleone di Spoleto a un'altitudine superiore ai 500 metri, in quanto le condizioni climatiche sono parte integrante del ciclo produttivo.

Gli stabilimenti sparsi nella zona di Norcia hanno subìto lesioni gravissime, le stalle dove vengono allevati i maiali sono distrutte. Da una prima stima sono complessivamente una cinquantina quelle danneggiate, con dentro non solo suini ma anche pecore e bovini.

L'assessore regionale all'agricoltura, Fernanda Cecchini, ha detto: «Il nostro obiettivo è quello di garantire al più presto un ricovero sicuro per gli animali e far ripartire tutte le attività legate all'agricoltura».

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Il Messaggero