Terremoto, chef romano in Spagna: boom di solidarietà a tavola

Terremoto, chef romano in Spagna: boom di solidarietà a tavola
Chili di bucatini, pomodori pelati, guanciale e pecorino. La classica Amatriciana profuma di solidarietà da quando prima la Federazione italiana Cuochi e poi il colosso...

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Chili di bucatini, pomodori pelati, guanciale e pecorino. La classica Amatriciana profuma di solidarietà da quando prima la Federazione italiana Cuochi e poi il colosso Eataly ha dato il via a una raccolta fondi per la ricostruzione di Amatrice, devastata dal terremoto, attraverso la vendita di uno dei piatti più famosi al mondo della cucina italiana.


Ora il tam tam della solidarietà ha travalicato i confini italiani. Merito dello chef Franco Santonastaso, 56 anni, romano della Garbatella e titolare del ristorante “Farina”, a Vitoria-Gasteiz, il capoluogo dei Paesi Baschi, la regione spagnola a statuto autonomo, ha aderito a “Cuore amatriciano”, la campagna lanciata dai cuochi di Rieti. «Noi lavoriamo solo menu giornalieri completi, niente carta - racconta Santonastaso che a Vitoria-Gasteiz, patria della alta cucina spagnola, ha portato i veri sapori italiani - Ma da romano ho sentito immediatamente il bisogno di fare qualcosa: ogni piatto costa 10 euro. La metà viene devoluta in beneficenza».

I clienti della cittadina, fin troppo abituati ai pinchos, i mini aperitivi spagnoli, hanno subito apprezzato l’iniziativa annunciata dal cartello esposto all’ingresso del locale. E Franco è diventato un piccolo simbolo della comunità ed è stato intervistato dalla radio ed è finito anche sulla prima pagina del Diario. «Siamo aperti da tre anni, lavoriamo esclusivamente prodotti biologici e pasta fresca tirata a mano – aggiunge il titolare – per questo motivo serviamo tagliatelle fatte in casa, non bucatini come vorrebbe la tradizione». Si tratta però di dettagli di gusto. Conta davvero la mobilitazione del cuore e del palato.


«I baschi sono rimasti molto colpiti da questa tragedia – prosegue Santonastaso, che ha anche solide radici abruzzesi e una formazione di volontariato sociale - e non solo ordinano l’amatriciana ma fanno tante domande sulla storia di quei luoghi. Tanti clienti affezionati mi hanno suggerito di mettere un bussolotto per raccogliere altri soldi, ma per il momento ho preferito attenermi alla campagna della Federazione cuochi». Almeno per un mese la raccolta proseguirà. «Perché per noi romani - conclude - Amatrice è un pezzo importante della nostra storia, culturale e gastronomica».
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Il Messaggero