Terremoto, ad Amatrice e Accumoli più sfollati che abitanti: la tragica coincidenza della data

Terremoto, ad Amatrice e Accumoli più sfollati che abitanti: la tragica coincidenza della data
Accumoli conta 667 abitanti e - ha detto in lacrime il sindaco Stefano Petrucci - almeno 2.500 sfollati. Amatrice di residenti ne ha 2.650, ma in questo periodo di vacanze, arriva...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Accumoli conta 667 abitanti e - ha detto in lacrime il sindaco Stefano Petrucci - almeno 2.500 sfollati. Amatrice di residenti ne ha 2.650, ma in questo periodo di vacanze, arriva a quota 30.000, oltre 40.000 nel fine settimana. Nell'albergo-ristorante Roma, crollato la notte scorsa, era ospitata una quarantina di persone: tante quante se ne registrano solo attorno a Ferragosto, in attesa della sagra degli spaghetti all'amatriciana arrivata alla 50esima edizione e fissata come sempre per l'ultimo weekend di agosto, in questo caso il 27 e 28.


Proprio in questo storico locale la tradizione vuole sia stata codificata (codificata, non inventata, ché qui è nata spontaneamente) la ricetta dell'amatriciana e in effetti il ristorante, a differenza dell'albergo, lavora a pieno ritmo tutto l'anno con chi è di passaggio sulla Salaria che da duemila anni collega Roma con l'Adriatico attraversando il Lazio e le Marche. Nel 1983 gli spaghetti del ristorante Roma vennero cucinati anche per Papa Giovanni Paolo II. E il timore è che proprio l'albergo-hotel diventi, via via che passano le ore, la tomba più carica di dolore di tutta la zona davastata dal sisma.

E' proprio la differenza pesantissima fra residenti e turisti a colpire: turisti che in realtà sono in gran parte persone legate a questi territori aggregati solo dal 1927 alla provincia di Rieti costituita dal Regime fascista. Da tutt'Italia, a cominciare da Roma, e da tantissimi paesi stranieri migliaia di persone fanno rientro ogni estate  ai centri di origine dellle famiglie.

Si perde il conto solo a elencare le famiglie di ristoratori a Roma che hanno radici ad Amatrice e nei suoi borghi che costellano un vastissimo territorio. Paesi-frazioni sparsi sulle pendici di montagne maestose come la catena della Laga. Accumoli conta 19 frazioni, Amatrice ne ha 69, spesso in località non facilmente raggiungibili: di fatto popolate in maniera avvertibile solo in agosto, magari un po' anche a Natale e Pasqua. E questo spiega perché sia così difficile fare bilanci di vittime, feriti, sfollati: chissà se questa o quella famiglia che abita a Roma o a Milano fosse ancora nella casa dei nonni crollata nella notte. E chissà se fossero già arrivati i nipoti che ogni estate passano due settimane nell'abitazione delle zie, quella bella, tutta di sassi, ora rasa al suolo. E chi può dire quanti di questi turisti terrorizzati se ne siano andati già la notte scorsa lasciando nel dubbio la protezione civile e i vigili del fuoco che stanno compiendo sopralluoghi fra le case crollate? Serviranno giorni per completare questo triste censimento che riporta al fluttuare demografico di queste zone di abbandoni e di ritorni: nel 1861 Accumoli contava 2.658 abitanti, tanto quanti gli attuali turisti sfollati. Nel 1911 Amatrice, quando di turismo non si parlava di sicuro, superava i 10.000 abitanti che presidiavano un territorio di passaggio di grande importanza strategica.  


Ed è la cupa disperazione di tutti, adesso, fra queste macerie, fra questa polvere, fra questo dolore: fosse trascorsa un'altra settimana, quella terribile scossa di magnitudo 6 avrebbe mietuto un decimo delle vittime, forse meno, anche perché le seconde case, abitate poche settimane l'anno, sono quelle più vulnerabili.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero