Tangenti per gli appalti nella Marina, altri 9 arresti

Tangenti per gli appalti nella Marina, altri 9 arresti
Altre nove ordinanze di custodia cautelare, otto in carcere e una ai domiciliari, sono state eseguite dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria della Gdf nell'ambito...

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Altre nove ordinanze di custodia cautelare, otto in carcere e una ai domiciliari, sono state eseguite dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria della Gdf nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti assegnati a Taranto dalla Marina militare. Nuovo provvedimento restrittivo per il capitano di vascello Giovanni Di Guardo, direttore di Maricommi, già arrestato il 14 settembre scorso con l'imprenditore Vincenzo Pastore, amministratore della cooperativa Teoma, per concorso in corruzione aggravata.


Coinvolti anche altri imprenditori e un dipendente civile del Ministero della Difesa. Le contestazioni sono di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta. L'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Taranto Valeria Ingenito su richiesta del pm inquirente Maurizio Carbone, è stata notificata in carcere, oltre che a Di Guardo, anche all'imprenditore Vitantonio Bruno, arrestato il 22 settembre scorso nell'ambito di un'altra inchiesta per bancarotta fraudolenta, false fatturazioni, dichiarazioni irregolari e truffa in danni di enti pubblici, tra cui la Marina militare.

I finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria, diretti dal tenente colonnello Renato Turco, hanno arrestato la fidanzata di Di Guardo, la rumena Elene Corina Boicea; gli imprenditori Giovanni Perrone e Valeriano Agliata, quest'ultimo già consigliere comunale di Taranto; Marcello Martire, tarantino, dipendente civile del Ministero della Difesa; gli imprenditori Pietro Mirimao di Narni (Terni); Paolo Bisceglia, di Milano e residente a Messina. Ai domiciliari un carabiniere in servizio a Taranto, Paolo Cesari, nativo di Ferrara (a cui non viene contestato il reato associativo ma l'aver passato informazioni agli indagati).

A quest'ultimo la misura cautelare è stata notificata dagli stessi carabinieri del comando provinciale. Di Guardo fu fermato dai finanzieri dopo aver ricevuto dall'imprenditore Pastore una tangente di 2500 euro quale secondo acconto, secondo l'accusa, di una maxitangente di quasi 200mila euro per l'aggiudicazione di un appalto - non ancora assegnato - di 11 milioni e 300mila euro per il servizio di pulizie e sanificazione nelle basi di Taranto e Napoli. In carcere quattro giorni dopo finì anche la tenente di vascello Francesca Mola, di 31 anni, collaboratrice di Di Guardo, a capo dell'Ufficio Contratti, che avrebbe mostrato a Pastore il progetto della società concorrente. Mola risponde di concorso in corruzione e turbativa d'asta. 


L'accusa per otto delle nove persone arrestate oggi è quella di «far parte di una associazione per delinquere finalizzata a commettere più delitti di corruzione aggravata e turbativa d'asta». Una nota delle Fiamme Gialle fa riferimento a «un cartello di imprese tra loro collegate per pilotare l'assegnazione a loro favore di tutti gli appalti gestiti dalla direzione Maricommi di Taranto, con l'estromissione delle altre ditte concorrenti al fine di assicurarsi illeciti profitti di ingente quantità per un ammontare complessivo di 4 milioni di euro». 
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Il Messaggero