Superman difende gli immigrati, piovono le accuse: «Un sinistroide che non rappresenta l'America»

La nuova storia della Dc Comics solleva un polverone mediatico
Superman è stato accusato di essere di sinistra. Se un tempo erano senza macchia e senza paura, nell’America di Trump i supereroi finiscono nella macchina degli...

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Superman è stato accusato di essere di sinistra. Se un tempo erano senza macchia e senza paura, nell’America di Trump i supereroi finiscono nella macchina degli interessi con un colore politico e una colpa. Nell’ultimo numero della serie a fumetti Action Comics della Dc Comics, l’uomo in calzamaglia difende un gruppo di immigrati ispanici da un bianco che vuole ucciderli. L’uomo è stato appena licenziato dalla sua azienda: è un suprematista che porta una bandana a stelle e strisce e cerca vendetta perché quei clandestini gli hanno rubato il lavoro. Superman, allora, lo afferra e, prima di consegnarlo alla polizia, ribatte: «L’unica persona responsabile dell’oscurità che soffoca la tua anima sei tu».


È stato Breitbart, magazine on line diretto da Steve Bannon, ex stratega della Casa Bianca, a sostenere che il giornalista più famoso dei fumetti di “rosso” non ha soltanto il mantello: «Un tempo il supereroe spingeva verso ideali di verità, giustizia e un modo di vivere americano. Ora, come un buon sinistroide, appartiene al mondo». La Dc Comics ha dichiarato da lungo tempo che Superman non è più americano ma “cittadino del mondo”: in una storia del 2011 è lo stesso eroe a dire che non può più esserlo perché «il mondo è troppo piccolo, troppo connesso per lavorare solo con gli Stati Uniti».

Non meno pesanti le accuse di Todd Starnes, presentatore di Fox News, che parla di Superman come di «uno strumento di propaganda per i sostenitori di immigrazione clandestina, invece di catturarli e restituirli in volo da dove sono venuti». Starnes accusa l’editore di indottrinare i bambini perché difendano gli «invasori stranieri». Di questo passo, scrive, «vedremo Flash aiutare gli immigrati ad oltrepassare il confine del Messico».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero