Superenalotto, due vincite di seguito a Montepaone: il giallo del bar dei miracoli

Superenalotto, due vincite di seguito a Montepaone: il giallo del bar dei miracoli
ROMA - Il miracolo di Montepaone. Un caso che potrebbe convertire persino gli scettici del Cicap, l'organizzazione che passa il tempo a scovare bufale paranormali in giro per...

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ROMA - Il miracolo di Montepaone. Un caso che potrebbe convertire persino gli scettici del Cicap, l'organizzazione che passa il tempo a scovare bufale paranormali in giro per il mondo.


In Sisal, la società che gestisce il Superenalotto, hanno messo al lavoro gli statistici. Dopo due giorni non sono ancora riusciti a calcolare quante sono le probabilità che un evento del genere possa accadere. Ma a spanne una su qualche miliardo.



Secondo la statistica, insomma, è praticamente impossibile. Dunque, quello che è accaduto al Bar Gerace di via Padre Pio a Montepaone, paesino di 4 mila anime in provincia di Catanzaro deve essere un miracolo. L'undici gennaio, un anonimo signore con una schedina da due euro, giocando la sestina 2, 13, 22, 37, 48, 90, ha centrato un sei al Superenalotto da 4,3 milioni di euro. Una probabilità su 622 milioni, dice la statistica. Nemmeno il tempo di finire la cassa di champagne che una vincita del genere merita, che quarantott'ore dopo, stesso paese, stessa strada, stesso bar, magari (ma non è dato saperlo) stesso anonimo signore, con una schedina generata automaticamente attraverso il sistema «quick pick» della ricevitoria, ha centrato un «cinque stella» da oltre un milione di euro. Probabilità: una su 112 milioni. Non è un caso. È un miracolo.



I SOSPETTI


Ma all'amministrazione dei Monopoli di Stato, al caso e alle probabilità ci credono. Ai miracoli no. Ieri mattina hanno spedito in Sisal la Commissione alte vincite per un'ispezione. I primi controlli, tuttavia, hanno dato esito negativo. Nessuna anomalia nel sistema, le schedine correttamente giocate, niente di sospetto insomma. Il caso, però, non è chiuso. I Monopoli vogliono andare fino in fondo alla vicenda della «ricevitoria dei miracoli» e così hanno interessato la Guardia di Finanza e la polizia giudiziaria. Il dubbio, se anche al momento remoto, che un abilissimo hacker sia riuscito a crackare i sistemi di sicurezza della Sisal deve essere fugato senza lasciare ombra. La società è certa che il sistema di sicurezza non ha falle. Prima di ogni estrazione, alle 18.30 vengono fatti i test tecnici. I preparativi iniziano da una cassaforte, vigilata 24 ore su 24 da un sistema di videosorveglianza, con una combinazione che cambia in continuazione. A conoscerla sono solo i due presidenti di Commissione, designati per l'estrazione. Dentro tre valigette, ciascuna con un set da 90 palline in poliuretano e l'hard disk con il software per la gestione delle macchine estrattrici. La frode è impossibile. Servirebbe un miracolo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero