Sud Africa, scoperti resti di una nuova specie umana: l'Homo Naledi era alto un metro e mezzo

Sud Africa, scoperti resti di una nuova specie umana: l'Homo Naledi era alto un metro e mezzo
Piccolo di statura e minuto, il cervello simile a quello di uno scimpanzè, mani dalle dita ricurve specializzate per arrampicarsi e lunghe gambe per camminare eretto, forse anche...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Piccolo di statura e minuto, il cervello simile a quello di uno scimpanzè, mani dalle dita ricurve specializzate per arrampicarsi e lunghe gambe per camminare eretto, forse anche per correre: è l'identikit dell'Homo Naledi, il nuovo antenato dell'uomo scoperto in Sudafrica, in una grotta a 30 metri di profondità.






Il ritrovamento è stato annunciato dall'università sudafricana del Witwatersrand, dalla National Geographic Society e dalla National Research Foundation del Sudafrica. Descritti sulla rivista eLife dal gruppo coordinato da Lee Berger, dell'università del Witwatersrand a Johannesburg, i resti di questo antenato indicano che potrebbe fra i più antichi mai scoperti, sebbene la sua 'data di nascità sia ancora incerta. Si trovavano in quello che è forse il più vasto deposito di scheletri di antenati dell'uomo mai scoperto. La grotta, chiamata Dinaledi Chamber, fa parte del sistema di caverne chiamato Rising Star e al suo interno c'erano oltre 1.500 resti fossili, che secondo i ricercatori si possono attribuire ad almeno 15 individui. Per studiarli Berger ha indetto un concorso internazionale che ha chiamato a raccolta circa 40 fra gli esperti più qualificati per analizzare i reperti. Tra questi, l'italiano Damiano Marchi, dell'università di Pisa. Scendere nella grotta non è stato affatto semplice ed i ricercatori sono convinti che al suo interno ci sia ancora molto da scoprire: non si esclude che possano esserci migliaia di resti. Uno degli aspetti finora misteriosi è che i corpi sembrano essere stati deposti nella caverna in modo intenzionale, una sorta di rituale che finora era stato considerato un'esclusiva dell'uomo. Le analisi condotte finora sui resti indicano che questi sono sia di adulti che di bambini. Nonostante appartengano al genere Homo, erano molto diversi dai moderni umani. L'analisi dello scheletro ha permesso di ricostruire l'aspetto di questo progenitore dell'uomo: era piccolo, non più alto di un metro e mezzo e pesante circa 45 chilogrammi; anche il suo cervello era piccolo, all'incirca come un'arancia e simile a quello degli scimpanzè. Come testimoniano le dita curve delle sue mani, sapeva arrampicarsi, e le lunghe gambe dimostrano che sapeva anche camminare e correre. Si continua intanto a lavorare anche per stabilire l'età del nuovo antenato dell'uomo, al momento fissata all'incirca intorno a due milioni e mezzo di anni fa, al confine tra il Pliocene e il Pleistocene. Quello che è certo è che si tratta di una specie completamente diversa da quelle dei progenitori dell'uomo finora note. Ci sono soltanto alcune somiglianze 'di famiglià. Ad esempio l'Homo naledi ha cranio e mandibola che ricordano quelli dell'Homo abilis, così come quelli di Homo rudolfensis, Homo erectus e Homo sapiens, ma le sue caratteristiche restano comunque uniche ed hanno qualche vaga somiglianza anche con esseri più primitivi, come gli Australopiteci. La cassa toracica ricorda infine quella dello scimpanzè, mentre mani e piedi sono abbastanza vicini a quelli dell'uomo moderno.



Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero