Due brutte storie di violenza in Emilia, con un comune denominatore: in entrambi i casi i presunti autori sono richiedenti asilo. A Reggio Emilia la squadra mobile ha fermato un...
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Il fermo dell'ucraino è stato annunciato direttamente dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. «Inaspriremo leggi troppo deboli, via dall'Italia i clandestini delinquenti, via ogni forma di protezione a chi si macchia di questi reati schifosi», ha scritto su Facebook il leader della Lega complimentandosi con la polizia per aver risolto in meno di 24 ore il caso. E anche sul secondo caso il ministro è intervenuto: «Una bimba di 9 anni... che schifoso. Ovviamente farò di tutto perché questo signore torni al suo paese il prima possibile». L'ucraino fermato a Reggio Emilia era entrato in Italia nel 2016 dal Brennero e la sua richiesta di asilo era stata inoltrata alla stessa questura reggiana. Domenica sera avrebbe violentato la vittima nella prima periferia della città, dopo averla trascinata dietro a un cespuglio.
È stato preso all'alba dopo una nottata di appostamenti che hanno condotto i poliziotti a un covo, non lontano dal luogo dello stupro, dove si era nascosto: qui è stata ritrovata la maglietta rossa che indossava al momento della violenza, indicata dalla vittima. Il giovane era stato braccato nei pressi dell'azienda in cui aveva trovato un lavoro saltuario. Due mesi fa era rimasto disoccupato per problemi di alcolismo. E proprio la ditta e l'alcol sono state due chiavi fondamentali per le indagini. Ieri pomeriggio l'uomo era già stato notato nella zona, ma alla vista dei poliziotti era fuggito. Ma il dettaglio del logo dell'azienda sulla maglietta ha fornito la pista battuta dagli investigatori che grazie ai suoi datori di lavoro hanno acquisito informazioni utili. Per colpa degli alcolici qualche giorno fa si era fatto una ferita sulla fronte. Dagli accessi al pronto soccorso si è risaliti all'identità e inoltre il dettaglio della cicatrice era stato fornito dalla vittima.
La descrizione della ragazza, che ha consentito di tracciare un identikit, è stata preziosa, come hanno detto il questore Antonio Sbordone e il dirigente della mobile Guglielmo Battisti: «Nonostante ciò che ha subito, è stata freddissima nell'aiutarci.
Il Messaggero