Strage in Tunisia, ricercato di Sousse è in Libia, «vuole arrivare in Europa con barcone migranti»

Strage in Tunisia, ricercato di Sousse è in Libia, «vuole arrivare in Europa con barcone migranti»
Rafik Ben Mohammed Najib Ben Ali Al Tayari ovvero Rafik Tayari, 24 anni di Tunisi, uno dei due ricercati per la strage di Sousse per i quali il ministero dell'Interno tunisino...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Rafik Ben Mohammed Najib Ben Ali Al Tayari ovvero Rafik Tayari, 24 anni di Tunisi, uno dei due ricercati per la strage di Sousse per i quali il ministero dell'Interno tunisino ha emesso un mandato di cattura, sarebbe attualmente in Libia in attesa di imbarcarsi illegalmente per raggiungere l'Europa. È quanto scrivono il Sun e il Mailonline che hanno intervistato il padre di Rafik.




Mohamed, 48 anni autista di taxi a Tunisi, insiste nel proclamare l'innocenza di suo figlio, ma non nasconde che il ragazzo starebbe tentado di arrivare in Europa attraverso un barcone di migranti nel Mediterraneo. «La polizia sa che è in Libia. Non capisco perchè abbiano voluto terrorizzarci e perquisire la nostra abitazione». Mohamed ha detto che suo figlio è il più grande dei tre fratelli, ha studiato international business all'Università e sa parlare inglese, francese e italiano.



Nel 2012 tentò il concorso per diventare poliziotto ma senza fortuna. Dopo ha lavorato nei call center come contabile. Dalla Libia chiamava casa ogni sei settimane o due mesi, ma senza mai dove dire si trovava, aggiunge il padre.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero