Marzabotto, i ministri italiano e tedesco insieme per la prima volta per onorare i 770 trucidati dai nazisti. Maas: «Grande vergogna»

Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, e il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas a Marzabotto
Un ministro italiano e uno tedesco fper la prima volta fianco a fianco per ricordare l'orrore della strage di Marzabotto. Il dovere del ricordo, non senza «dolore e...

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Un ministro italiano e uno tedesco fper la prima volta fianco a fianco per ricordare l'orrore della strage di Marzabotto. Il dovere del ricordo, non senza «dolore e vergogna», perché non si ripetano più gli orrori del passato. E la voglia di camminare insieme sulla strada di un'Europa che, rinata dalla macerie della guerra, ha garantito «pace e benessere» a un continente ora attraversato da sentimenti nazionalisti che rischiano di evocare «fantasmi» non ancora «chiusi nei libri di storia». 


A 74 anni dagli eccidi che insanguinarono questo lembo dell'appennino emiliano, un ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi, e un ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, insieme per commemorare le vittime della ferocia nazista e indicare un percorso comune sulla via dell'Unione Europea. 

Una prima assoluta - mai i capi delle diplomazie dei due Paesi avevano partecipato congiuntamente alle celebrazioni sull'Appennino bolognese - segnata dal desiderio di guardare insieme al futuro facendo tesoro degli insegnamenti di un passato che, nella sola Marzabotto, parla di 770 persone trucidate, 217 delle quali bambini. «Come ministro degli Esteri» tedesco «dico con profondo dolore e grande vergogna che mi inchino davanti alle vittime e ai loro familiari», ha scandito Maas dal palco montato di fronte alla chiesa del paese. 

«Non è scontato - ha aggiunto - che un ministro degli Esteri tedesco possa essere qui dove i miei connazionali hanno portato morte. È tutt'altro che scontato che dolore e vendetta abbiano ceduto il passo alla pace e all'amicizia: è un dono prezioso che dobbiamo conservare e preservare». In un quadro delineato dalla cornice europea. «Se i populisti predicano nazionalismo - ha argomentato Maas - noi vogliamo adoperarci per una maggiore libertà, maggior rispetto, maggiore amicizia italo-tedesca». Quello dell'unità europea, ha proseguito, «oggi sembra un progetto coraggioso. L'Italia ha svolto un ruolo fondamentale, lo deve svolgere ora e anche in avvenire». 

Parole quelle del ministro tedesco - che prima di lasciare Marzabotto ha incontrato Ferruccio Laffi, adolescente al tempo della strage che cancellò tutta la sua famiglia - che trovano sponda nelle riflessioni del suo omologo italiano, Moavero Milanesi. «Non disperdiamo i valori dell'Ue - ha ammonito il responsabile della Farnesina - manteniamo viva questa costruzione» creata «negli ultimi 70 anni» e che, oltre alla «pace» ha dato «a tutti noi un inedito e diffuso benessere. Essere qui insieme vuol dire, Italia e Germania insieme, mano nella mano, portare avanti il disegno dell'Unione Europea». 


Un disegno in grado di fare argine anche a eventuali rigurgiti del passato poiché, ha osservato Moavero, quelli delle guerre della prima parte del Novecento ma anche del conflitto nei Balcani «sono fantasmi che possono risvegliarsi: sentimenti di xenofobia, rivalità, dispute sono pericolosi perché possono risvegliare fantasmi che vorremmo chiudere nei libri della storia». Quindi, ha concluso, «coltiviamo la memoria non per serbare rancore ma per non dimenticare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero